Un’inflazione da mettere paura ed è esattamente quella che sta sorgendo sotto i nostri piedi giorno per giorno. E’ questa una notizia allarmistica? potrebbe esserlo, ma conviene sperare affinché non accada, perchè le prospettive non sono buone. Perchè un giudizio così severe quando “tutto sta andando bene in particolare sul PIL italiano?
Ci sono diversi aspetti da considerare.
Iniziando dal più “innocente” dettaglio, a stento si riesce a credere a un PIL italiano al +6% quando negli ultimi 20 anni ha rasentato il +0,2/-0,1%.
E’ possibile che abbiamo volutamente errato nel sistema di calcolo? SI, è molto probabile rettificando poi successivamente nei prossimi anni.
Ma quest’aspetto è il più tenue; passando a qualcosa di più sostanzioso, l’attenzione si ferma al sistema di conteggio del denaro che affluisce dalla Ue verso l’Italia.
Questo denaro Ue è stampato senza correlazione al PIL quindi è carta moneta inflattiva. Il vero punto critico non è tanto il potenziale d’inflazione che si porta dietro il prestito Ue, ma il criterio di conteggio. L’indebitamento italiano, fino a luglio, si è attestato al 158% rispetto il 132% delle ultime elezioni del 2018.
Per evitare di sfiorare il 200% d’indebitamento sul PIL, confermando in questo modo il fallimento della Repubblica italiana, i fondi EU, NON SONO STATI REGISTRATI COME DEBITO. Con questa strategia, il denaro affluisce, ma non è registrato come debito. Il giochino funziona nei confronti dei cittadini, ma non per l’inflazione che “registra” tutto.
L’inflazione è come la polmonite cinese degli umani traslata in economia; aspetta e medita pazientemente di saltare addosso alla vittima.
Registrando ogni atto, l’inflazione non guarda ai trucchetti di bilancio alla Draghi maniera; è spietata!
Il terzo passaggio e il più grave, è quanto pubblicato sul Il Sole 24 ore del 29 ottobre 2021 a pagina 13. L’articolo è intitolato: “Sono le retribuzioni il vero faro delle Bce” a firma di Riccardo Sorrentino. Mamma mia! Non per l’articolo in se, ma per quanto espresso. La banca centrale “misura” l’inflazione non a monte, ma a valle, ovvero quando si è già manifestata nelle buste paghe (1 o un anno e mezzo dopo).
Con una “strategia” di questo tipo la domanda diventa: ma in quali mani siamo? ecco perchè s’attende un’inflazione da mettere paura! Weimar con il 662% come accaduto nel 1922?
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini