Tornare a una gerarchia tra culture distinguendo tra meglio e peggio
Tornare a una gerarchia tra culture significa capire e distinguere. Nella globalizzazione tutto è stato volutamente confuso. Questo meccanismo per garantire consumi di massa per tutti, non ha funzionato. Non c’è nulla fa fare, le 9 culture e 6 razze sono e restano diverse. Lo spunto per questo ragionamento emerge dai recenti fatti accaduti a Gerusalemme. Gli israeliani hanno applicato delle protezioni ai luoghi di culto NON graditi ai palestinesi. Da qui la rivolta con morti e feriti.
Sicuramente la critica coglie anche il cristianesimo e le crociate. Non è finita. Coinvolge anche l’IRA e l’Irlanda del nord. Nonostante tutto è acqua passata per i cristiani. Al contrario resta il passato e l’attualità per l’Islam. In queste condizioni l’Islam non serve più a nessuno a partire dagli stessi arabi. La questione ora si sdogana dalla sola religione per coinvolgere le stesse civiltà.
Oggi con l’immigrazione e la forzata convivenza, si pone nuovamente un problema. Come armonizzare culture che NON vogliono vivere insieme? Nasce il bisogno di tornare a una gerarchia tra culture. Gerarchia che non deve portare al razzismo ma stabilire che esiste un meglio e un peggio. Si tratta di un ordine mentale che serve a tutti. Infatti nella globalizzazione abbiamo perso qualsiasi punto di riferimento. Tornare a una gerarchia tra culture è un fatto educativo.
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