Taccuino americano. Rebloggare una foto è devianza maniacale

Rebloggare una foto è devianza maniacale. Non ci sono molti dubbi specie se il contenuto è a sfondo sessuale. Il riferimento è al sistematico furto di foto di altre persone che ignare si trovano su mille siti. Che gusto c’è a rubare le immagini e poi così stupidamente riproporle nella propria pagina personale? La stupidità è abissale perché la polizia risale al proprietario in presenza di una denuncia penale. Non solo, c’è anche la questione del risarcimento da dover offrire per il danno arrecato. Insomma, perché nella superficialità dell’era globalizzata ci si riduce a rubare le foto?

Come già si agì contro le società del tabacco e del fumo, si può pensare a un’azione civile contro il social? E’ possibile ed è allo studio.

Rebloggare una foto è una devianza la cui coscienza del male sta entrando nella sensibilità comune. Non certamente nel social che sfrutta la malattia. Da qui la responsabilizzazione penale e i danni da pagare a carico degli operatori del settore.

Il ragionamento ora si sposta su quanto vale il danno d’immagine arrecato. Indubbiamente c’è molto lavoro per gli avvocati. Peccato che pochi si rendano conto del problema di patologia comportamentale che tutto ciò comporta. Bisogna disintossicare le persone ormai perseguibili di un reato penale.

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