Taccuino americano 2018: la grade crisi italiana d’autunno

Taccuino americano 2018: guardando dagli Stati Uniti l’Italia scompare veramente. Quello che mi stupisce degli americani è il loro vivere locali. Gente che lavora “hard”, sono presenti nella loro esistenza ma non alzano lo sguardo oltre i singoli fatti giornalieri. Limite o potenza di un popolo?

Taccuino americano 2018 parte da queste considerazioni di fondo. Cosa accadrà alla nostra Italia nei prossimi 90 giorni? Andiamo con ordine:

  • finita la stampa di carta moneta da parte della Bce si passa da 80 miliardi a 5 dal 30 settembre;
  • quegli 80 miliardi di euro, letteralmente stampati dalla Bce (Quantitative easing) dal 2015, hanno sostenuto il sud Europa;
  • il fabbisogno mensile del Governo italiano è di 20 miliardi/mese;
  • il rendimento attuale dei titoli di stato italiani è ridicolo;
  • alzare il rendimento del debito pubblico italiano non è più possibile. Non lo si può fare perchè dal 150% d’indebitamento sul PIL (oggi siamo al 130,9%) non è più recuperabile nessun debito. Inoltre pare che il nuovo esecutivo a ragione/torto abbia già impegnato un +18% di spesa pubblica passando dal 131 al 149% sul Pil. Il passaggio successivo a oltre il 150% è facilmente superabile con appena i prossimi 1000 immigrati clandestini.

Questi sono i fatti nudi e crudi. Mi si chiedono soluzioni. Certo che ho le soluzioni ma non piacciono a nessuno!

Torniamo alla crisi d’autunno per l’Italia.

Fin qui poco male; del resto l’euro è sempre stato spoporzionato per il nostro paese. I veri guai arrivano con il fallimento a catena delle banche italiane. Li la crisi coglie di petto l’italiano medio, quello di tutti i giorni. Con la chiusura per fallimento di molte banche italiane (le più grandi) la crisi d’autunno 2018 tende ad assomilgiare all’ottobre 1929.

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