Sulla formazione sia pubblica sia privata. Prof Carlini

Sulla formazione, mamma mia, quanto c’è da dire! Non si finirà mai, ma qui è saggio trarre delle prime sintesi.

La scuola pubblica + l’università fanno acqua da tutte le parti. Il motivo è semplice. Il docente è ideologizzato, ne consegue che non svolge lezione, ma esprime una suo modo di vedere i fatti (tra l’altro non richiesto da nessuno). E’ di ieri quel docente dall’Università statale di Milano che in sede di tesi di laurea corregge (senza spiegare) e impone la parola “welfare” in luogo di benessere sociale. Lo studente VUOLE evitare l’uso indiscriminato di terminologia non nazionale e il docente gli impone d’esprimersi come lui vuole. Questa non è docenza, ma abuso. Ho solo fatto riferimento al caso più innocente; la lista è talmente lunga!

Docenti universitari che abitualmente utilizzano la cattedra per “carriere” personali fuori dall’ateneo. Gente a cui gli studenti scrivono per argomenti pertinenti alla materia e non rispondono! “Docenti” che vietano, altro esempio, la discussione sul fallimento della Repubblica italiana per eccesso d’indebitamento senza analizzare i fatti. Poi Paul Krugman, premio Nobel all’economia, scrive 3 libri sul fallimento degli Stati annunciando la 3° grande depressione.

Nella formazione privata, quella d’alto livello, spesso si trovano dei formatori che sono appena ragazzini. Come fa un insegnante ad avere 30 anni in un alto profilo di formazione? Il trentenne lo mettiamo all’asilo, scuola primaria e secondaria, ma già è mal collocato nella scuola media superiore, fuori luogo all’università e assurdo in un ciclo formativo d’alto profilo. 

L’età corrisponde ad esperienza e conoscenza, disattendere questo concetto vuol dire trovarsi nella formazione di pessima qualità.

Vuol dire che i giovani non insegnano? Certo che lo fanno, ma su ragazzini e come uditori di professori maturi.

Ed ora la formazione privata; anche qui, apriti cielo.

Ho servito 3 realtà: 2 prettamente virtuali su scala nazionale e una fisica. Francamente il meglio emerge solo dalla sintesi di queste 3 esperienze! Cosa vuol dire?

  • sulla formazione privata si deve sempre partire da qualcosa di reale, concreto che sia “Scuola”. Oggi ci sono nel virtuale della gente che vende a studenti e “docenti” degli spazi di visibilità virtuale. “L’insegnante” che paga, gode in questo modo di una visibilità immeritata, peggio ancora se a pagare sono anche gli studenti che poi pretendono “l’ora gratuita dai docenti quale primo evento formativo”. Realtà di questo tipo che non sono scuole, ma solo società virtuali all’arrembaggio del chi paga di più e vanno prese con le pinze;
  • per capire se la società di formazione privata è reale e affidabile, serve un DIRETTORE DIDATTICO.
  • tale direttore è stato riscontrato (in realtà una segretaria di coordinamento) nella scuola privata fisica, ma si tratta di ragazzine che stanno facendo esperienza in un parco insegnanti ridicolo (non qualificato). Il direttore didattico è certamente un insegnante con 25 anni di cattedra. Attenzione a guardare in faccia colui/colei che si presenta come coordinamento didattico-direttore didattico. Mi è capitato di visionare un tema d’italiano a cui è stato assegnato un 9 decimi all’allieva di una scuola privata a cui ho riconosciuto un 3. Come mai passiamo da un 9 al 3 sullo stesso tema d’italiano della medesima studentessa? E’ palese che chi ha corretto quel compito non è idoneo al ruolo e ha assegnato un voto alto per tenersi “contento” il cliente che ha pagato 7mila euro e rotti alla scuola privata per solo affrontare l’esame di maturità!
  • si alla formazione virtuale (didattica a distanza) se parte da una Scuola e non una società web che vende spazi di pubblicità. Ancora si alla didattica a distanza se la Scuola è dotata di un direttore didattico.
  • Parliamo del docente: chi è? Non è colui che da “il tu” allo studente. Il docente è formale, si presenta in un modo che sia comprensibile e offre un modello di riferimento. Ho visto in tutte e 3 le realtà dove ho servito, degli scarti d’umanità che si spacciano per docente. Qui sta allo studente selezionare il pagliaccio da quello preparato. Attenzione che ci sono una marea di “scaricatori di porto” che s’atteggiano ad “insegnare”. Quante lauree hanno questi soggetti, quanto hanno già scritto, quanto pubblicato e cosa stanno scrivendo?
  • il docente (realtà privata non pubblica) non è colui che insegna tra un esame e l’altro o nei ritagli di tempo, al contrario dedica 9-11 ore al giorno insegnando! Nello Stato ciò non è possibile perchè ci sono bassi profili di qualità e un monte ore d’insegnamento fissato per esigenza sindacali.

Concludendo:

a) no a società web che lucrano vendendo spazi di visibilità. Sulla formazione il docente valido è colui che ha referenze per insegnare, no che si è pagato lo spazio di visibilità!

b) no a società, reali o virtuali che siano, prive del direttore didattico;

c) no a docenti pagliacci che si presentano in forme ridicole: anello al naso, orecchini alle orecchie (se maschi), vestiti di stacci, incapaci del “lei” da dare e ricevere, che non leggono, non studiano e sono al bivacco;

d) le ore di lezione vanno pagate, non esistono ore gratuite perchè il docente pensa per lo studente e questo è il suo mestiere. Chi regala non vale quello che dovrebbe offrire.

Buon studio

il prof

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