Il Roe rappresenta l’indice numero 1, quello da cui ogni analisi parte. Il return of equity indica il RENDIMENTO DEL CAPITALE PROPRIO. Risponde alla domanda: quanto vale l’investimento che è stato realizzato attraverso l’impresa? Sarebbe stato meglio investire gli stessi soldi in titoli di stato o in azioni? Da queste domande si percepisce l’importanza strategica delle domande a cui risponde il Roe.
In termini di conteggi, essendo questo un indice, emerge da una divisione (rapporto). Le grandezze poste in relazione sono l’utile con il capitale proprio. In alcuni testi, al posto dell’utile, si scrive Reddito netto d’esercizio, ma è la stesso concetto. Nella grafica allega è possibile osservare la formula.
Redigendo l’ANALISI DI BILANCIO PER INDICI (quella schematizzata nello studio 2 di questa serie) il Roe svetta come prima indicazione. Le parole che vengono utilizzate sono le seguenti.
Non è affatto impossibile trovare degli indici di Return on equity più elevati, infatti quel 8% è una media.
Certamente questo indice numero 1, subito dopo quanto già scritto, va posto in relazione con un altro indice. Mi spiego. Prima d’analizzare l’indice numero 2 (il Roi) serve connettere il Return on equity ALL’EFFETTO LEVA. Tradotto in pratica vuol dire applicare la relazione dell’indice numero 1 con il Roi, il Leverage e il Tasso d’incidenza della gestione NON caratteristica. Questa triplice moltiplicazione deve ovviamente quadrare con il dato di Roe già conteggiato! Si può dire che il secondo passaggio è sia una prova di veridicità sia l’apertura a un concetto più complesso. L’EFFETTO LEVA richiede uno studio specifico che sarà pubblicato.