Riserve bancarie, il loro ruolo e funzione in un quadro macroeconomico.
E’ raro che ci siano argomenti veramente antipatici, in genere tutti i temi nascondo e offrono sempre qualcosa di buono. Nel caso del ruolo e funzione delle riserve bancarie nella politica monetaria invece c’è una noia tale che addormenta la mente. Che peccato! Si tratta di un argomento molto pericoloso, perché tende a spegnere il cervello anzichè accenderlo. Va quindi segnalato questo pericolo allo studioso per non cascarci.
Nonostante la noia abissale, le riserve bancarie sono un passaggio importante nella determinazione del tasso d’interesse. Come noto “i” ovvero il tasso d’interesse, si trova nell’ordinata del piano cartesiano per trovare la IS e la LM. Lo stesso tasso “i” si trova anche nello spazio cartesiano per la domanda e l’offerta di moneta.
Nel capitolo 4 del testo di macro di Blanchard (non è il mio preferito per la sua eccessiva valenza su euro/Ue) si studiano le 3 determinati del tasso d’interesse. La mia preferenza, per autorevolezza e completezza d’argomenti, va al Dornbusch Fischer.
I primi fattori ad essere studiati sono la (del resto è ovvio). Nel Blanchard, a pagina 89 nel para 2.1 un’informazione importante. LA CURVA LM E’ VERTICALE QUANDO NON INFLUENZATA DAL TASSO D’INTERESSE. Si specifica quest’aspetto perchè graficamente possiamo anche trovarci una LM disegnata come se fosse una curva d’offerta (quindi a inclinazione positiva). Per non cadere nel “tranello” è bene sapere che la LM s’esprime in due forme grafiche diverse mentre la IS è e resta decrescente.
Nelle determinanti del tasso “i” oltre alla domanda e offerta ci sono
Il terzo e ultimo motivo d’influenza sul tasso di ‘”i”, sono le che rientrano nel cosiddetto “ruolo delle banche”. A seguire un approfondimento con annesse formule.