Razzista! è quell’etichetta elevata per azzittire il confronto

Razzista! è quell’etichetta elevata per azzittire il confronto. Spesso, ragionando intorno al tema, una parte si scaglia contro l’altra accusandola d’essere razzista! E’ un trucco linguistico. Serve solo per azzittire e vincere senza affrontare il tema.

Razzista, sei un razzista esordisce la mia amica Jan che conosco dal 1999. Jan è una farmacista americana. Si lamenta con me che gli ispanici immigrati negli Usa pretendono di non parlare americano. Gli immigrati vogliono essere serviti parlando spagnolo, in caso contrario cambiano farmacia. Quest’atteggiamento offende Jan la quale si affretta a dichirarsi “non razzista”.

Ragionando con Lei mi chiedo cosa centri il razzismo e il perchè si abbia timore d’essere o non esserlo. Insomma stiamo volontariamente inserendo un argomento in un ragionamento. Perchè?

Chiamando in causa Anna Harendt, famosa filosofa ebrea e maesta di pensiero, a pag. 26 del testo “Cos’è la politica” emerge un dettaglio. L’Harendt definisce il razzismo un pre-giudizio. Vuol dire che essere razzista significa rinunciare a pensare affidandosi a un pensiero pre-confezionato e quindi già fatto. L’esempio tipico è: i negri sono tutti uguali e non li voglio tra i piedi. Per negri s’intendono tutti coloro di pelle nera.

Questo tipo di razzismo, francamente a me pare morto. In realtà oggi la motivazione di disagio e distacco verso le altre culture è ragionata. Significa che non si vogliono gli islamci perchè sono ostili e pretendono d’essere migliori. Nel caso degli ispanici hanno anch’essi la pretesa di non conscere la lingua del luogo dove vivono.

Non credo d’essere razzista, ma non m’importa essere etichettato. Rinunciare al diritto a riflettere è un crimine. Va salvaguardata la libertà di scartare chi è ostile alla comunità. Nel mondo ci sono 9 culture diverse e 6 razze che non sono affatto competibili tra loro. 9 modi di vivere e amare diversi. E’ sciocca la pretesa che tutti consumino allo stesso modo (vedi globalizzazione).

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