Protezione si oppure no, pur essendo in era pandemica, sperimentando sulla pelle degli studenti se il virus è stato sconfitto? Posto in questi termini il quesito non c’è scampo, è criminale l’atteggiamento delle “autorità scolastiche”.
Criminale per diversi motivi che sono:
- oltre all’esposizione a rischio degli studenti (la mentalità è “speriamo che me la cavo“);
- c’è il netto segnale diseducativo lanciato ai ragazzi d’estrema superficialità. Considerato che la mascherina di protezione è scomoda, togliamola pur in presenza di pandemia.
Con questi 2 passaggi le cosiddette autorità scolastiche, tutto sono meno che “autorevoli”, ma poi devono rispondere del loro operato. Vuol dire che i prossimi infetti dovranno chiedere i danni ai dirigenti scolastici. Quando poi il giovane porta il virus in casa e infetta la nonna portandola al decesso chi paga?
Ecco che la scuola si conferma ancora una volta non educativa.
Lasciamo perdere i programmi scolastici, il fatto di promuovere di fatto tutti quanti, la bufola degli studenti a ridotta capacità di comprensione purchè abbiano un certificato medico, il corpo docente scadente e ancora altri aspetti. Qui manca proprio l’istituzione come componente dello Stato.
Cosa può fare un genitore che manda i figli a scuola sperando che non tornino a casa infetti da polmonite cinese? (infezione chiamata “covid 19” per deresponsabilizzare la Cina comunista dalla diffusione del virus).
La soluzione è talmente semplice che appare banale: difenderli!
Una persona cara è difesa se vaccinata (e fin qui c’è poco da discutere se si è tra persone serie) e se porta la maschera di protezione dal virus.
Le cose semplici a volte appaiono così complesse se si vive in una società ripiegata su se stessa.
Ovviamente l’atteggiamento della Scuola e annessa dirigenza (presidi) non può che essere punito attraverso il voto politico puntando direttamente a un cambio d’impostazione, filosofia e personale. Prima d’insegnare la protezione degli studenti è basilare.
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