Produzione snella lezione 2. Analisi critica. Prof Carlini

Produzione snella lezione 2, è giunto il momento dell’analisi, quella severa e profonda.

Serve a qualcosa l’idea della produzione snella quando il bilancio comunque presenta degli utili di tutto rispetto?

Francamente, è possibile definire la produzione snella come un lusso che ci si può permettere o no; non siamo certamente nel campo dell’indispensabile a patto che l’utile sia oltre il 5-8% del fatturato.

Un’impresa che vuole a tutti i costi agire in termini di produzione snella diventa più selettiva, il personale salta e perde il posto di lavoro. E il fattore umano rappresenta un elemento importante per la sopravvivenza dell’azienda e i suoi conti. Vale la pena incattivire i rapporti con i dipendenti? Se gli stessi dipendenti diventassero dei sabotatori all’interno della struttura produttiva, ogni azienda chiuderebbe.

Va anche ricordato che l’articolo 41 della Costituzione, al comma 2, cita l’UTILITA’ SOCIALE per l’attività economica. Quando un’azienda non rispetta il principio dell’utilità sociale merita la chiusura anche coatta. Ciò non vuol dire affatto mantenere in sovrannumero il personale, ma significa che la buona cura del personale rende l’impresa valida sul mercato.

Idee, concetti, cultura, creatività, fedeltà, ma anche stanchezza e menefreghismo come passione e voglia, rendono il fattore umano sia funzionale sia in esubero (non pagato dal cliente) necessario alla vita della comunità aziendale.

La progettazione, se anche non fosse pagata dal cliente, è necessaria per lanciare nuovi e futuri prodotti come idee.

Il personale di pulizia locali dell’impresa, che non sono pagati dal cliente, servono alla civiltà del lavoro di chi vive 8-10 ore al giorno nell’impresa.

L’ufficio del personale non è pagato dal cliente, ma abbassa le spese di gestione dell’azienda tra l’8 e il 12% del fatturato.

L’amministrazione non è pagata dal cliente, ma consente di poter prendere le decisioni opportune per la gestione.

Il personale di guardia all’ingresso non è pagato dal cliente, ma protegge la struttura.

E così via.

Infatti la teoria più di moda oggi, appunto la produzione snella, come già fu per vendita strategica negli anni Novanta e la PNL nel primo decennio del 2000, è stata aggiornata nel 1963 da Charles Batheway, statunitense, dallo Utha, introducendo il concetto di cliente INTERNO a lato di quello ESTERNO. Due clienti da servire; l’azienda che produce e l’esterno che paga il servizio. La teoria di moda in questi anni si sta aggiornando fino a concettualizzare la prossima.

Ci serve la produzione snella? Si se presa con le pinze! Molto spesso, e in particolare i giovani si lanciano a pesce sul concetto senza capirne le più intime conseguenze.

L’ideale non è sposare una moda ma comprenderle tutte, almeno quelle degli ultimi 30-40 anni.

Produzione snella lezione 2: la parte nascosta che nessuno vuole mai discutere.

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