Modernità e appropriazione indebita del sentimento religioso.

Modernità e senso religioso nella vita sociale. Nei paesi Occidentali, quindi non nelle altre restanti 8 culture nel mondo, il sentimento religioso non si collega obbligatoriamente alla Chiesa quanto alla sensibilità intima.

In un mondo perfetto, dove il Pontefice non è compromesso con visioni estremistiche, c’è solitamente sovrapposizione e unità di vedute tra la Chiesa e il bisogno di religiosità. Oggi non è così. L’attuale pontefice, in servizio a Roma è uomo di parte quindi ne esclude un’altra.

In questo periodo di crisi della Società e dell’era globalizzata, la Chiesa sta cercando a tutti i costi di mobilitare la sua base. Non è importante cosa facciano le persone purché si muovano!

Con tale strategia l’attuale pontefice si è letteralmente scatenato nell’acritico accoglimento per ogni forma d’immigrazione possibile, indipendentemente che sia legale o criminale.

Il guaio è che in Italia ci sono al momento 10 milioni d’immigrati (dal 1999) di cui ben 5 dotati di “cittadinanza”. Perchè è accaduto questo?

Ovviamente le responsabilità del Pontificato su questo argomento sono laceranti quanto enormi. Alla faccia della “non ingerenza” tra Stato e Chiesa! Sull’immigrazione l’invasione di campo è stata consumata dal Vaticano ai danni della società civile.

Anche l’appropriazione indebita dei simboli della religiosità da parte della Chiesa, nella polemica elettorale pre-elezioni europee, lascia molto perplessi. Il punto è che l’attuale dirigenza religiosa si ritiene l’UNICA autorità in ambito di fede. Questo non è vero, ma non lo è da diversi secoli.

La modernità nasce con le paci di Vestaflia del 1648 volute per concludere le guerre di religione. Lo scontro selvaggio che ci fu tra protestanti e cattolici, in tutta Europa, fu di una tale gravità e dolore, da espellere la religione dalla vita politica e sociale.

Oggi la modernità si vede nel vissuto intimo della religiosità, tale da potersi sganciare dalla Chiesa quando questa devia da un percorso sano.

Il problema è stabilire quel “sano” nella vita della Chiesa.

Certamente lo sbandamento verso un orientamento politico (in questo caso di sinistra) comporta alla Chiesa di perdere una parte importante dei suoi fedeli.

L’attuale Pontefice verrà ricordato per la discordia e dispersione che ha portato nel suo “Santo” Uffizio tra i fedeli.

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