Chiarito il concetto della dirigenza, cerchiamo di capire come sia possibile “produrre pensiero”, che sarebbe esattamente il lavoro del manager.
Per produrre pensiero serve:
- essere laureati (meglio se più lauree) oppure avere 20 anni d’esperienza in più settori merceologici;
- in assenza di una o più lauree, sul piano intellettuale, è da considerarsi valido l’aver pubblicato uno o più libri e aver scritto diversi articoli di riflessione;
- un personaggio che ha viaggiato molto, anche se non non conosce la lingua (ci sono gli interpreti) ma ha l’attitudine a muoversi tra Kuala Lumpur come San Francisco (si fa per dire) è un buon segno;
- certamente per produrre pensiero, il manager legge 1 libro al mese e il quotidiano ogni giorno;
- da questo identikit emerge un personaggio, uomo o donna che sia, decisamente creativo.
Perchè abbiamo bisogno di una nuova generazione di manager? è semplice, basta leggere il giornale:
- il fallimento della Ue tra Greexit a Brexit, (a un mese dalle elezioni in Inghilterra il 41% è già non favorevole al disegno europeo) esprime il bisogno di un lavoro serio che non è stato svolto limitandosi agli slogan (ad esempio, l’euro è uno slogan senza nulla di sostanziale) infatti manca una scuola con programmi comunitari, una polizia europea che almeno usi lo stesso nome e un’infinità di altri aspetti;
- il 26 aprile 2016 l’Apple svela i conti: c’è un calo del 10% nelle vendite;
- sempre il 26 aprile 2016 si registra un record nelle cancellazioni per la costruzione di nuove navi, ancora maggiore rispetto al periodo 2009/2010, dove si registrano -36,3 e -38,7 milioni di tonnellate di naviglio ordinate e mai costruite. Oggi, nel 2016 siamo a -40milioni di t.
- il 23 aprile 2016 si ventila un rischio di svendita, in massa, dei titoli di stato nel caso le banche europee dovessero finalmente rispettare un tetto agli acquisti di debiti statali (BOT, CCT, BTP etc..)
- il che significa che non ci sono spunti innovativi di mercato e un buon rapporto prezzo/qualità per incontrare il bisogno della clientela. Dove sono i manager della moda? Quando un settore va male è perchè sono state errate le strategie, quindi o si addestrano i manager del settore ad essere più vivi e creativi, oppure li si licenzia in massa, sostituendoli con altri provenienti magari da settori diversi. E’ la scelta di Benetton che si è rivolto ad un top manager proveniente dalla gomma. Evviva, c’è finalmente qualcuno che osa e cerca di produrre idee nuove. Allora non tutto è perduto. Nonostante ciò (dato ottimistico) il pensiero corre anche verso una società di ricerca personale, specificatamente inserita nella moda, la Pambianco jobs, che ha bloccato la ricezione delle email da parte di un candidato che ha osato inviare 3 spunti di riflessione il cui filo conduttore è:…per lavorare nella moda non serve averci già agito ma produrre idee e fantasia. Ebbene Signori se chi seleziona manager, è il caso della Pambianco jobs, (Panbianco strategie d’impresa srl) anzichè ragionare con la propria utenza, la esclude, c’è un problema già a monte che genera non più e solo manager inadeguati, ma proprio un rapporto mercato-cliente sbagliato. Serve aprirsi, capire, correggersi e sapersi rilanciare. Chi è in grado d’insegnare l’arte dell’autocritica in un mondo d’ottusa arroganza? Serve formazione e tanta pazienza con gli ignoranti. Per fortuna che il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato d’amare gli ignoranti ma forse non basta, serve istruirli in una nuova stagione formativa.