Magistrati accoltellati o peggio uccisi, perchè accade questo? Tralasciando i fatti di criminalità organizzata, dove il funzionario di Stato paga l’onorabilità del servizio con la vita, diverso è il caso del rapporto con il cittadino. La vita è difficile perchè non si può fare dell’erba un fascio come invece tutti vogliono. In realtà per discutere di magistrati ci sono più livelli. Quello “sacro” del sacrificio che impone rispetto per i caduti nel dovere. Ci si riferisce a chi è morto in nome di un buon lavoro reso allo Stato. Onore ai caduti in questo senso.
L’impostazione cambia completamente quando il rapporto è magistrati-cittadini. Per cittadino non s’intende la mafia o la criminalità organizzata, ma la persona normale. Quel poveraccio che suo malgrado ha a che fare con avvocati e magistratura. Su questa fattispecie vanno misurati i fatti di Milano e di Perugia. La reazione sbagliata del cittadino contro il magistrato, segnala un disagio nazionale. C’è una frattura tra società e applicazione della legge, qualcosa non funziona in questo rapporto. Il guaio è che nessuno può metterci mano nella riforma della giustizia, se non gli stessi colpevoli del disagio.
Quando accadono reazioni sconsiderate del cittadino contro i magistrati, c’è un coro di solidarietà alla magistratura. E’ comprensibile, ma nessuno si chiede il perchè. Ho assistito a giudici emettere delle sentenze dove è stata trascurata appositamente una sentenza per dare torto al convenuto. (Tribunale civile del lavoro di Milano, estate del 2016).