Le nuove regole per internazionalizzare le PMI – 2

Nuovi scenari operativi per internazionalizzare le PMI. Secondo articolo di approfondimento.

Per internazionalizzare le PMI ci sono delle novità importanti. In seguito a un articolo comparso in questo sito giorni fa, sull’internazionalizzazione, qui delle precisazioni. Diversi imprenditori hanno scritto per capire cosa voglia dire “naturalizzare” il prodotto all’estero. In particolare chiedono in che misura.

Fin qui è palese che tutti abbiano compreso il nuovo corso negli Stati Uniti. Il Presidente Donald Trump è stato molto chiaro sull’argomento. L’area di dubbio persiste nella dimensione della “naturalizzazione”. Ad esempio è sufficiente assumere 1 dipendete americano o ne servono 20? Serve costituire una società negli Usa o basta aprire una filiale statunitense? Qui il ragionamento si fa complesso perchè si presta a molte interpretazioni.

Certo che per internazionalizzare il made in italy credo sia saggio procedere in questo modo:

  • aprire una nuova società nel territorio degli Stati Uniti;
  • il logo e ragione sociale della nuova impresa è bene esprima in chiaro il riferimento al brand italiano. Con tale indicazione è palese e chiaro a tutti che si è proceduto naturalizzando il prodotto. Il mercato e il consumatore non possono che apprezzare;
  • è saggio che vengano assunti un numero non inferiore alle 25-30 unità lavorative negli Stati Uniti.

Non è difficile capire queste nuove realtà. Certamente un assetto del genere si tagliano fuori dal mercato le piccole e medie aziende italiane. Il rimedio in realtà c’è da tempo e si chiama “contratto in rete”.

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