La rivoluzione al contrario nella Spagna del Seicento

La rivoluzione al contrario, avvenuta nella Spagna del Seicento, è stata appena accennata nello studio pubblicato dal titolo “altro Occidente/2”. Qui merita un approfondimento utilizzando esattamente le parole dell’autore del libro.

Montanelli scrive: Carlo V° sui cui domini non tramonta mai il sole era uno squattrinato. I banchieri tedeschi Fugger non riuscirono ad avere indietro le cifre prestate agli Asburgo e fallirono.

Con queste parole, riportate in virgolettato, Montanelli fotografa la realtà europea del Seicento.

Con l’arrivo dell’oro americano e la moltiplicazione del circolante, salirono i prezzi delle derrate. I contadini di tutta Europa se ne approfittarono, ma anche gli affitti della terra che pagavano si elevarono. In questo inseguimento tra inflazione e prezzi, la stragrande maggioranza dei coltivatori della terra persero le fattorie; il rialzo degli affitti li stritolò.

In assenza d’investimenti alternativi, erosi dall’inflazione, militari e burocrati tornarono alla mentalità feudale dove l’unico valore è l’immobiliare terriero. Fu così che fu investita nella proprietà terriera la nuova ricchezza ricostruendo i grandi latifondi del passato con le briciole delle piccole proprietà costrette alla svendita.

Si venne a riformare, sulla rovina di tutte le categorie produttive, la società medioevale. Le borghesie contadine furono sopraffatte dall’inflazione che distrusse i loro risparmi. Il torrente d’oro e argento americani, che avrebbe potuto ossigenare il nascente capitalismo, finì nella spesa militare e amministrativa. 

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