La politica fiscale dell’attuale governo va spiegata anche perchè è in mano a gente che non sa farlo pur agendo.
In macroeconomia insegnamo ai nostri studenti (che così sviluppano gli annessi esercizi agli esami) l’importanza dei consumi. Il consumo, indicato con C si suddivide tra C con zero (il consumo di chi non ha reddito, motivo per cui un disoccupato comunque mangia consumando) e “c” che si misura in percentuale sul reddito. Più specificatamente si chiama propensione marginale al consumo (c). E’ dato che oscilla tra il 60 e il 90%. Vuol dire che fatto 100 il reddito, viene speso in una certa percentuale mentre il resto è risparmiato (detto S in gergo keynesiano).
Ebbene l’incremento della propensione marginale al consumo (c) produce un aumento della circolazione della moneta, quindi del moltiplicatore. Tale incremento di “giri” della moneta, eleva il PIL (prodotto interno lordo, ovvero quanto è stato prodotto e venduto in un 1 anno nel Paese).
Le tasse si pagano in percentuale sul PIL, quindi elevarlo vuol dire maggiore gettito fiscale.
A conti fatti scende il deficit pubblico con l’aumento del PIL.
La manovra del Governo è tutta qui.
Pompando “OTTIMISMO E BENESSERE” anche artificialmente (non è importante che sia vero o falso) le persone ci cascano e comprano spendendo. Tale spesa alza il PIL e di conseguenza quanto già indicato.
E’ vero che il Governo non alzerà le tasse perchè non ne ha necessità: eleva il PIL!
Che poi la crescita del fatturato per le imprese sia gonfiato non ha importanza. Ciò che conta è la percezione che i cittadini hanno del momento storico in corso e del connesso livello di spesa. Che ci sia sopra di noi una nube da tempesta chiamata inflazione, capace di distruggere tutti i nostri risparmi, non è questo il tema. Anzi, se stai per perdere il denaro, spendilo!
Chi sostenne i Nazisti oggi è per Hamas. Prof Carlini