La miscela di materiale sociale infiammabile” (disoccupazione e impoverimento) non esplose. Il riferimento è a una tesi di sociologia sulla globalizzazione. Perchè con la globalizzazione e il connesso impoverimento delle classi sociali benestanti nessuno reagi?
La miscela di materiale sociale infiammabile è un modo di dire (con effetto) per analizzare gli effetti della globalizzazione sugli Usa e in Europa. L’America degli anni Ottana e Novanta non sembrò risentire del forte calo d’opportunità lavorative producendo disoccupazione. Di fatto iniziò a concretizzare l’impoverimento della classe media americana. Sarà un evento che si replicherà successivamente anche nel resto dell’Occidente.
Certamente è molto interessante studiare, come e perché, in quegli anni, non ci sia stata una sostanziale reazione della popolazione al suo impoverimento. Una prima spiegazione potrebbe essere stata l’introduzione di nuovi valori come l’accettazione e l’integrazione degli immigrati e l’uso (abuso) d’internet/social. In questo modo si ha conferma di un comportamento nuovo. Il disoccupato dell’era globalizzata, anziché protestare in piazza, spesso si perde nel web chattando e cercando relazioni di consolazione. In tal senso il web è sia sonnifero che potenzialità.
Allargando la ricerca sul perché la classe media americana sia stata dolcemente scippata del suo benessere, si accenna anche alla politica internazionale. In quegli anni brillano su tutto due fatti:
- il cedimento del blocco sovietico e crollo del Muro di Berlino nel 1989;
- spese militari molto importanti come lo scudo spaziale (SDI Strategic Defense Initiative). L’intenzione fu di proteggersi dai missili russi sugli Stati Uniti. Il progetto fu lanciato dal Presidente Ronald Reagan nel 1983.
Gli eventi qui descritti sono molto concentrati sul popolo americano. Quando gli effetti della globalizzazione si fecero sentire in Europa dal 2001. Per capire questi effetti vanno considerate altre componenti:
- la disattenzione ai grandi temi sociali e un ritorno al privato,
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini