La militarizzazione della risposta alla sofferenza

La militarizzazione della risposta alla sofferenza

Ecco che la militarizzazione assume forma. Dagli studi sociologici condotti sulla gestione della malattia, necessita far ricorso a tutte le migliori energie che si hanno. Mi spiego. Chi è brava nella fotografia accentui la sua capacità. Chi sa far bene l’amore e il sesso incrementi questo dono. Chi sa leggere e studiare prosegua. Chi è romantico che lo sia di più. E’ opportuno che il paziente esamini se stesso per trovare quelle energie che ha sempre avuto ma poco sfruttato. Oppure tanto impiegato e che ora servono ben organizzate. Come si nota qui il ricorso al farmaco è assente. E’ la persona che organizza una risposta, del genere “forte” alla sua malattia. Appunto militarizza un atteggiamento prendendo di mira la sofferenza.

E’ importante sottolineare come la risposta al dolore emerga, da questi studi, direttamente dalla persona. Basta essere vittime della malattia. La società globalizzata ha reso più deboli le persone che non sanno reagire. Quello stesso livello di divorzi nella società occidentale: 42% è un assurdo! Significa che l’amore è in crisi ma anche la capacità di gestione della crisi. Le persone globalizzare non sanno più gestire la sofferenza.

A questo punto non resta che militarizzarsi/reagire al male. In gamba.

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