La fretta è un tipo di tumore del comportamento che colpisce in particolare giovani nel mondo globalizzato. Meno affetti da questo morbo sono le persone più distaccate dalla globalizzazione.
. In genere colpisce (duramente) i più immaturi nella vita, appunto i giovani. La globalizzazione, in particolare, grazie al massiccio uso (abuso) del web favorisce e incita verso “la fretta”, per evitare ogni forma di riflessione. Infatti, fermarsi nel riflettere, annulla l’efficacia del bisogno di consumare ad ogni costo, che rappresenta l’essenza ultima della globalizzazione. . La vera motivazione alla globalizzazione resta il consumo acritico per ogni cosa. La novità accettata acriticamente, purché sia il nuovo, rappresenta il credo del movimento globalizzante.
Non è vero, comunque che l’adorazione del nuovo sia una “conquista” della globalizzazione. In realtà questa malattia si è prepotentemente affermata nei primi anni del Novecento. In effetti la Prima guerra mondiale è scoppiata con e per il gusto di novità, scollandosi di dosso “il vecchio”. Questa tendenza al nuovo fine a se stesso è proseguita dal Novecento al Duemila. La globalizzazione non ha fatto altro che servire un piatto desiderato.
Potremmo evitare d’essere attirati nel vortice del fare tutto e subito per di più in stato di ansia? Certo! Sicuramente andrà messo in evidenza, nel prossimo futuro, un poderoso incremento di malattie come il Parkinson e l’Alzheimer. Si tratta di patologie che derivano dall’abuso del sistema nervoso. Uno studio già analizzato nella teoria sociologica al Parkinson nota come The prisoner of Parkinson del prof. Giovanni Carlini. Da queste considerazioni di fondo è facile pensare che la fretta è un tipo di tumore.
Roberta Grattarola, dal centro d’Italia, commentando questi spunti mi è stata molto utile, grazie Roberta.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini