La crisi della Ue nella politica ambientale

La crisi della Ue, anche in ambito di politiche ambientali, si conferma dall’esito dell’incontro a Dubai, noto come Cop28 e da altri segnali spesso ignorati.

In cosa consiste la crisi della Ue? stupidità e ottusità.

Dal 2020 l’attuale gestione della Comunità europea (ovvero di quegli stati che hanno aderito alla Ue mentre l’Europa resta una identità a 45 Nazioni) ha forzatamente orientato la sua politica ambientale sulle energie rinnovabili. Non sono state volutamente prese in considerazione una serie d’opzioni che sono:

  • i motori a scoppio performanti di cui l’Italia rappresenta un punto avanzato;
  • la fissione fredda dell’atomo aprendo al nucleare commerciale e pulito;
  • i limiti che s’incontrano nell’approvvigionamento delle materie prime (il rame ad esempio) per garantire il passaggio dall’uso dei combustibili fossili all’elettrico. Vuol dire che oltre agli attuali 22 milioni tonnellate di rame è ovviamente possibile andare oltre, ma la richiesta è per 50 milioni “tutte e subito”. Di fronte a un problema di questo tipo, la Commissione europea non ha saputo fare altro che aprire una lista di materiali strategici senza neppure la classifica d’urgente.

Tanta acidità verso l’ecologia “modello comunitario” risiede in un aspetto di fondo che qui va esplorato. Chi “verde” come “ecologico” è solitamente un soggetto di sinistra, che manifesta per Gaza ed ha un suo modo di vedere le cose. Perfetto, se le tenga, ma non chieda nulla a me che non sono per nulla di sinistra.

Nel momento in cui le politiche ambientali sono appannaggio di una parte della politica, automaticamente non appartengono all’altra. Il problema è più grade di quanto si possa immaginare.

Probabilmente, la parte che sta cessando nella storia per carenza d’argomenti, la sinistra, ha cercato e trovato un tema per restare a galla e lo sfrutta a pieno titolo. Questo tema si chiama “ecologia”. I terroristi disoccupati fanno gli ecologisti. L’Unione europea a guida sinistroide, che se ne esce fuori con la sua politica ambientale, tra l’altro con queste limitazioni formidabili, rientra nei parametri di critica e non accettazione del suo ruolo.

Dovremmo riuscire ad avere Associazioni al posto dei partiti (da abrogare quelli d’ispirazione ecologica) che svolgano la loro funzione e ruolo nella società.

La crisi della Ue parte anche da questi dettagli che non ha saputo gestire.

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