La crisi del cibo negli Stati Uniti rappresenta un’opportunità per l’Italia. Si tratta di un concetto non ancora recepito dai produttori italiani; che peccato!
La crisi del cibo negli Stati Uniti NON è sotto gli occhi di tutti, anzi non lo è nemmeno per gli stessi americani. L’abuso nell’alimentazione porta sistematicamente un’intera popolazione all’obesità. Più o meno quasi tutti gli americani sono sovra peso. La parte strana è quanto dalla TV e dai film appaia una figura maschile/femminile praticamente in linea a quella europea. Spento il televisore e guardandosi intorno, il panorama umano muta radicalmente.
Si può guarire dall’eccesso di peso? La risposta è si, a patto che si capisca e studi l’argomento. Anzi meglio se viene spiegato. Agli americani non è stato ancora descritta la differenza tra cibo spazzatura e di qualità. Non si tratta di una questione di costo, ma di saper scegliere.
Il problema di fondo è che l’industria nazionale non vuole insegnare nulla al conumatore/cliente, preferendo invece adeguarsi. E’ il caso della Barilla che zucchera la pasta per venderla negli Usa. Anzi meglio, producendo negli Stati Uniti, la Barilla carica di zucchero la pasta. La Barilla è un pessimo esempio d’industria italiana nel mondo: loro si adeguano anzichè lanciare uno stile d’alimentazione.
Ecco come emerge la carenza di management che affligge l’intera struttura industriale italiana. Aver assunto “manager”, anzichè farli maturare in azienda, attendendo i loro 50 anni, ha portato oggi a dei ragazzini in comando. Questi figlioli, che giocano al ruolo di direttore/manager, generalmente sotto pagati, hanno inceppato la capacità d’innovazione dell’industria. I risultati si vedono.
La crisi del cibo negli Stati Uniti rappresenta un’opportunità per l’Italia che al momento è priva di manager.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini