Investire con la crisi è una bella idea o solo stupidità?

Investire con la crisi è una bella idea o solo stupidità?  L’investimento in un momento di crisi. Di Giovanni Carlini – sociologo

Investire con la crisi è sano? Crisi o non crisi, se ne esca e si resti in Occidente, il concetto d’impresa non può essere messo in discussione delocalizzandolo. Andare via significa abbattere il nostro livello di civiltà. Al contrario, va adattato al ciclo della domanda.

Si rammenta che l’attuale momento di ripensamento dei nostri stili di vita non proviene dal lato dell’offerta. Le aziende non hanno subito privazione di capacità produttiva, al contrario la crisi è dal lato della domanda. La gente compra meno, perché sente di vivere in un contesto di grave incertezza.

Questo stato d’indefinitezza comunque è ormai entrato anche nel tessuto produttivo nazionale. Il disagio si è trasferito dalle famiglie alle decisioni d’impresa. La domanda che ci si pone adesso è: investire con la crisi?

A differenza delle famiglie, in effetti, le aziende hanno una “via d’uscita” da percorrere in momenti d’incertezza: investire. Investire con la crisi per abbattere i costi di produzione. E’ il percorso seguito dall’industria siderurgica cinese, pensando al dopo-crisi, per conquistare nuove fette di mercato.

Anche in Italia c’è chi si è lanciato su questa prospettiva. Il pensiero corre alla Metalpres Donati Spa di Camignone (BS). Il sito è www.metalpresdonati.it e l’azienda è attiva nel campo dello stampaggio pressofusione di parti di alluminio. Il costo di produzione, espresso in KW/h su tre turni lavorativi al giorno, era a quota 75.000 euro per produrre componenti per l’industria automobilistica. Quindi anche parti di tenuta a pressione e elementi per l’industria dell’arredamento, illuminazione, riscaldamento, come infine elettrodomestici.

Un livello di consumo di questo tipo, non era più tollerabile per restare sul mercato. La direzione si è posta il problema di trovare delle soluzioni. La vera difficoltà è che di brevettato e direttamente utilizzabile non esiste oggi sul mercato, perché studiato di volta in volta.

Fortunatamente la Metalpres, aveva goduto, nel passato, dei servizi della GN Tecnopompe di Castell Mella (BS). Il sito della GN è www.gntecnopompe.it. La GN si era impegnata su un livello di soluzioni mai spinto fino a rivedere l’intero assetto dei consumi di produzione. A conti fatti, quanto prima era di 75.000 KW/h al mese, oggi è di 60.000. Cosa è accaduto?

Il lavoro è stato eseguito sull’impianto di raffreddamento forni, studiando un sistema per migliorare e ottimizzare sia il funzionamento sia il risparmio energetico, per mezzo di pompe.

STRUTTURA DELL’IMPIANTO

Si tratta di una realizzazione basata inizialmente su 2 pompe sommerse da pozzo, con potenza 15 KW cadauna. Operando in alternanza, mantengono sia la pressione costante nell’impianto sia il reintegro della vasca di ritorno per le acque calde (quella evaporata per intendersi).

Con l’installazione di 2 inverter si ha la modulazione delle pompe in base alla richiesta d’acqua. Seguono nella vasca dell’acqua calda 4 pompe verticali a gambo sommerso (delle quali 2 da 15 KW e le altre da 7,5 KW). Lo scopo è  prelevare l’acqua, mandandola alle torri di raffreddamento, collocate sopra l’impianto in una vasca di recupero per l’acqua fredda. Anche queste 4 pompe lavorano sotto inverter, mantenendo il livello della vasca costante. Ciò permette d’avere, in caso di avaria, il tempo materiale d’intervento senza spegnere l’impianto.

Sotto le vasche dell’acqua raffreddata, sono montate altre 5 pompe verticali per esterno, che mantengono la pressione costante in base al consumo dell’impianto di raffreddamento forni. Complessivamente il sistema richiede 11 pompe.

Il quadro elettrico, appositamente rivisto e studiato è in grado di mantenere la pressione e la costanza di 3 aree:

-nell’impianto di raffreddamento forni,

-nelle vasche di prelievo

-mantenere l’acqua raffreddata grazie al controllo della temperatura.

Gli inverter installati nel quadro elettrico, sono subordinati alla logica di controllo del PLC (si tratta di un computer per impartire gli ordini). Così attraverso la connessione MODBUS (metodologia di linguaggio tra computer e inverter) è possibile gestire la rotazione giornaliera degli inverter. Questo permette di suddividere equamente il carico di lavoro delle pompe.

In particolare i PLC sono interconnessi con un cavo di rete ethernet collegati ad un HUB. La connessione avviene con un PC remoto per il monitoraggio dei parametri. In più si ha la possibilità d’essere collegati attraverso l’indirizzo IP.

INVESTIMENTO

L’onere di spesa è stato pari a 70.000 euro. S’intende la manutenzione completa delle pompe, fornitura e installazione del quadro elettrico e collaudo dell’impianto.

Con agevolazioni di legge si è goduto di una detrazione dall’imposta lorda, pari al 20% della spesa sostenuta.

Concludendo, investire in tempo di crisi? SI per contrarre i costi di produzione contanto sulle agevolazioni di legge. Ecco dove e quando servono i consulenti.

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