Intifada, una nuova intifada? ma per cortesia, basta pagliacciate!

Intifada, una nuova intifada? ma per cortesia, basta pagliacciate!

Intifada ovvero rivolta per ribellarsi a? nessuno l’ha capito! In pratica una scusa per la mobilitazione e destabilizzazione, diciamo un far festa per riempire il tempo. Tutto qui. Sterile e povero. Anzichè lavorare per migliorare la qualità di vita della comunità araba, l’unico impegno è quello di manifestare giocando al terrorismo “da strada”. Un terrorismo a cui possono partecipare anche i ragazzini.

Andiamo con ordine. L’Intifada è una protesta, basata sul sommovimento popolare, rivolta contro lo Stato e il Popolo d’Israele. Concettualmente prende le mosse dall’occupazione dei territori persi durante da guerra dei 6 giorni, nel 1967. Il punto è un altro. Il mondo arabo, di quelle terre, è ancora fermo al 1967! Non c’è stata alcuna evoluzione concettuale da quel periodo. Non cultura, non idee, non imprese, non aziende. Nulla! Il mondo arabo e il popolo arabo in effetti è fermo nella produzione culturale, rispetto all’Occidente, di 500 anni. La grande differenza tra Occidente e cultura araba, risale al 1648 con le paci di Vestfalia. In quell’occasione storica nacque lo Stato in Occidente.

Lo Stato, come concetto organizzativo fu necessario in Occidente per uscire dalle guerre di religione. La fede in Cristo, divisa tra protestanti e cattolici, produsse tante di quelle atrocità che fu espulsa dalla vita sociale. Da quel momento il senso religioso entrò, nella mentalità occidentale, nella sfera privata. Un secolo dopo iniziò la Rivoluzione industriale. 50 anni ancora e la Rivoluzione francese, quindi americana e borghese. Già si era consumata quella inglese.

Tutti questi passaggi mancano alle altre 8 culture nel mondo (in tutto sono 9). Nel confronto culturale con il mondo arabo, questi concetti emergono con violenza. Lo scontro culturale è inevitabile.

Con un deficit di civiltà così grave, i palestinesi sono ancora fermi all’Intifada? Un’altra conferma del formidabile limite in cui vive l’intera cultura araba. Comunque Gerusalemme non è per gli arabi, neppure per gli ebrei, quindi neppure per gli Occidentali. Gerusalemme è una città aperta per tutti, si tratta però di un concetto troppo evoluto per il mondo islamico.

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