Insegnare con amore vuol dire farsi carico del problema formativo della classe o dei frequentatori di corso quindi seguirli uno ad uno. L’amore non è necessariamente quello che richiede possesso e consumo d’intimità. Esiste l’amore per i figli, quello per i genitori, quindi per le idee e i concetti. Per i libri! Per i malati da curare e per il proprio lavoro. In effetti esistono molte forme d’amore e tutte dignitose.
Insegnare con amore vuol dire attingere alla passione e trasmetterla alla classe.
Vuol dire anche agire con trasporto al quale normalmente i frequentatori di corso rispondono favorevolmente.
Tutto ciò, qui appena scritto, è bello, ma in pratica che cosa vuol dire?
In realtà non c’è un manuale dell’appassionato nel fare qualcosa. Da qui emerge che la risposta al “come si fa” per insegnare con amore è difficile. Cercando di trovare una “formula”, si può affermare che non s’entra in classe con la passione se non la si nutre in altri contesti. Solitamente l’appassionato è tale ovunque si trovi.
Per aver titolo all’insegnamento, il docente deve aver studiato e proseguire a studiare!
Ogni volta che studiando il formatore scopre nuovi dettagli, “muore dalla voglia” di discuterli con i suoi allievi, diventano in questo modo, un vero e grande comunicatore. Ecco il punto. La passione chiama la comunicazione e nella comunicazione ci sono i contenuti che vengono continuamente aggiornati.
Formazione continua, necessità di trasferimento delle informazioni, comunicazione e contenuti rappresentano gli strumenti della docenza.
Acquisita questa base di riferimento si passa al concetto più difficile. Non s’insegna per avere soddisfazione, ma per il bisogno di dedicarsi agli studenti. Il passionale brucia nel bisogno di fare meglio e di più. Questo personaggio non dipende o può essere fiaccato dallo scarso desiderio di studio degli studenti. Sono gli allievi che vengono trainati dal docente che manifesta in questo modo un livello d’energia più elevato della media.
Insegnare con amore potrebbe essere spiegato con quest’analisi.
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