L’INPS si conferma come un’istituzione per incattivire gli italiani. Quando ad essere “furbetto” è lo Stato (ma non lo si può dire)
Una Signora di 84 anni muore in ospedale il 24 del mese. Dispiace. E’ la vita che funziona in questo modo. Sarebbe stato peggio se fosse deceduta una persona con tutta la vita ancora da vivere.
Un’onoranza funebre dignitosa costa in media intorno ai 3.300 euro. A Milano è stata trovata un’ottima società, che ha saputo ben gestire il funerale a 2.400 euro. Bravi! Veramente complimenti per il servizio reso dalla società ITOF di Milano. Ben fatto. Ovviamente la pensione della signora si limita a un migliaio d’euro, non sufficiente al funerale. Una cosa è certa però, non ci sono stati neppure quei soldi da integrare.
Non è finita. Un disoccupato chiede le NASPI (disoccupazione) all’INPS. L’Ente nazionale telefona a casa della persona chiedendo: quanto pensa di guadagnare in quest’anno, considerando che siamo a marzo? Il disoccupato fa una stima: 10mila euro! Qualche mese dopo l’INPS negherà la NASPI perchè la previsione di reddito del disoccupato è superiore ai 4.950 euro. La persona si reca quindi allo sportello dell’Istituto Nazionale. La domanda è semplice: che fine hanno fatto tutti i contributi versati. L’INPS risponde: ma che domande che fa!
Chi sono i veri furbetti in Italia?