Inflazione come guasto al benessere. Prof Carlini

Inflazione come guasto al nostro benessere, un pensiero condiviso da tutti, ma con quali meccanismi la svalutazione del denaro ci colpisce? Ecco un aspetto che solitamente è estraneo al lessico comune. Tanto per cominciare, una premessa, inflazione e svalutazione del denaro sono sinonimi.

Detto ciò è bene partire da una data relativamente recente rispetto a noi. Il riferimento non è al 1922 nella Germania di Weimar, ma agli Stati Uniti del 6 ottobre 1979.

In seguito al secondo shock petrolifero (il primo fu nel periodo 1973-1974) la Banca centrale americana, (Fed) alzò in forma importante il tasso d’interesse e l’obbligo di maggiori riserve per le banche.

QUESTI DUE STRUMENTI SI PUO’ DIRE CHE, DA QUEL PERIODO, DIVENNERO UFFICIALMENTE “LE ARMI” A DISPOSIZIONE DI UNA BANCA CENTRALE PER IL GOVERNO DELL’ECONOMIA.

Il robusto e traumatico rialzo del tasso d’interesse nell’ottobre del 1979 proseguì nel giugno del 1981 raggiungendo il 21%. Tassi da capogiro. Del resto l’inflazione fu del 14% in ottobre 1979, quindi 14,8% a marzo del 1980 e infine ridotta al 3% nel 1983.

Pe meglio capire:

inflazione     tasso d’interesse    periodo

14%                         –                     ottobre 1979

14,8%                      –                     marzo 1980

21%                 giugno 1981

3%                           –                     anno 1983

Grazie a questa “cura da cavallo” (il governatore della Fed di quel periodo fu il prof. Volcker) l’Occidente riuscì a battere l’inflazione, ma a un prezzo molto/troppo alto.

Esaminando ora i costi sostenuti furono:

  • la disarticolazione della finanza immobiliare statunitense e la scomparsa della casse di risparmio (inizialmente 4mila) di cui mille fallite e le altre acquistate;
  • si capì, in quel periodo, qual’è la reale importante, nella ricchezza nazionale, dei valori immobiliari. Nel mondo questa presenza vale complessivamente il 20% mentre negli Usa al 9%. L’immobile è importante perchè genera garanzia per il debito ipotecario. Ad esempio, un figlio che deve andare all’università produce un debito per la famiglia che viene finanziato con un mutuo sulla casa e così via, le vacanze, una malattia etc.
  • l’aumento dell’inflazione schiacciò le casse di risparmio americane ferme al tasso fisso sui prestiti ipotecari e produsse la felicità delle famiglie con ricchezza monetaria (non reale) in esubero;
  • non è finita, “ora arriva il botto”. Certamente in Germania giunse alla Cancelleria Kohl e in Gran Bretagna la Signora Thatcher, MA L’INDUSTRIA MANIFATTURIERA OCCIDENTALE PERSE COMPETITIVITA’. Ecco uno dei punti in approfondimento nei studi successivi.

Inflazione come perdita di ricchezza, questo è il senso del presente studio in previsione del 2022 e oltre.

Qui la copertina di un libro maledettamente di parte, pertinente al tema, che conserva la sua utilità se depurato di ogni voluta esagerazione e forzatura ideologica tipicamente da partito democratico!

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