Indebitamento per l’Italia, quanto dev’essere? Ecco il punto in discussione mercoledì 9 dicembre 2020 al Parlamento. In realtà nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente, ma la discussione non si limita al MES si o no. La vicenda è veramente più complessa.
L’attuale governo, quello diretto da un non-eletto da nessuno, l’avv. Conte, non ha alcun ritegno sull’indebitamento.
Tanto che gliene importa?
Il Conte non votato tale era e tale rimane; non ha responsabilità verso nessuno. Quando il “governo” così diretto terminerà finalmente di far danni, se ne andrà senza dover dar conto a nessuno. Queste sono le conseguenze di un “non eletto da nessuno”.
Per evitare chiacchiere servono numeri non discutibili, cioè oggettivi, che sono:
- indebitamento italiano a marzo 2018, al tempo delle ultime elezioni democratiche: 134% e rotti;
- a gennaio 2020 l’eccesso di debito sul PIL è diventato 137% e rotti. Grazie “Governo”;
- per ottobre 2020 l’indebitamento è salito al 162%;
- in dottrina il superamento del 150% di debito sul PIL, rappresenta il confine tra l’essere falliti e non. Prima del 150% non si è falliti, varcato questo stadio la possibilità da rimborsare gli interessi sul debito e il capitale è compromessa. Per accordo BCE-BI (Banca d’Italia) i tassi d’interesse sul debito pubblico sono compressi al ribasso, ma per quanto tempo ancora? Una Nazione fallita dovrebbe offrire il 7-8% d’interesse sul debito, l’Italia “concede” lo 0,6%. Per quanto tempo una finzione di questo tipo potrà durare?
- con lo scostamento di bilancio per 8 mld (miliardi) recentemente varato dal Parlamento, non ci sono ancora dati per stabilire quanto oltre il 162% andrà il debito sul PIL;
- con il fantomatico arrivo dei prestiti UE (ci si augura che non siano approvati e l’Italia faccia da sé) la proiezione è sull’ordine del 199% d’indebitamento sul PIL;
- per quanto forse possa essere errata la previsione del 199% d’indebitamento con fondi UE, incoscientemente presi per esigenze di voto, certamente il 150% è stato già superato.
Questi concetti sono narrati quotidianamente da ogni TG e quotidiano italiano, ma mai inseriti in una cornice interpretativa così immediata. Perchè?
Non si vuole parlare apertamente di fallimento della Repubblica Italiana, però non si risolvono i problemi ignorandoli.
Le soluzioni? certo che ci sono!
Mandare a casa chi non è responsabile, indirre elezioni e non accettare prestiti dall’estero quando si è falliti.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini