Vate 2 rappresenta un approfondimento del primo studio già pubblicato il cui riferimento è qui indicato:
Riprendendo la riflessione su Gabriele D’Annunzio emerge da ogni parte quanto il poeta sia un “pagliaccio”, però a leggere bene e a valutarne le conseguenze si scopre una realtà completamente diversa.
Mi spiego meglio; il caso Gabriele D’Annunzio.
Il Vate, ovvero Gabriele D’Annunzio nelle sintesi è veramente squalificato e giudicato per quello che merita, ma approfondendo ogni passaggio dell’autore, si scopre una realtà completamente diversa.
In pratica su D’Annunzio ci troviamo alla doppia valutazione di merito (negativa) e di sostanza (più che significativa e positiva).
Forse sul Vate non c’è 1 realtà e quindi corrispondenza tra analisi e sintesi, ma l’inizio della complessità nell’era contemporanea ricca di contraddizioni
Gabriele D’Annunzio apre alla complessità, artificiosità, falsa e opinabile di una “vita liquida” dei tempi moderni e infine globalizzati.
Ecco forse la migliore spiegazione: il Vate è una CONTRADDIZIONE GRADEVOLE DA STUDIARE.
Narra a pag. 173 Montanelli sul Vate: ….Quando scoppiò la guerra, (l’ambasciatore francese in Italia), Barrère raccomandò al suo governo di guadagnare a tutti i costi D’Annunzio alla causa dell’intervento italiano.
(..) Lo condussero in pompa magna a visitare il fonte ed egli diede conto di questo battesimo del fuoco con inni alla sorella latina.
(..) Davanti alla cattedrale di Reims che bruciava sotto il bombardamento tedesco, andò in estasi e gridò al miracolo suscitando l’indignazione del Vescovo. “Vi rassicuro” ribatté che tra le fiamme la cattedrale è perfetta.
D’Annunzio disse della cattedrale in fiamme: raggiunge la sua perfezione.
A pag. 171: Sulle ali del successo compose ancora Le chèvre-feuille e La Pisanelle, ou La mort parfumée.
E ancora una volta si ripetè il fenomeno per cui il pubblico faceva ressa a teatro non per ascoltare un dramma ma per ascoltare D’Annunzio.
Che cos’è accaduto? A seguire in altro saggio pubblicato su questo sito.
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