Il macellaio di Gaza e la storicità. Prof Carlini

Il macellaio di Gaza (quello che si chiamava Sinwar) finalmente e casualmente abbattuto dall’Esercito d’Israele, aveva ovviamente un progetto; far entrare Gaza nella Storia e per farlo ha disposto e imposto il pagamento di un prezzo, 40mila e forse più suoi concittadini morti e precisamente uccisi dagli israeliani. Mi spiego.

Fino al 7 ottobre dell’anno scorso, la città di Gaza era semplicemente un centro abitato sovraffollato.

Oggi Gaza è costantemente citata quotidianamente in ogni notiziario ed è nella discussione corrente di quasi ogni cittadino del mondo. A ragione o torto, Gaza è una dimensione del male e sofferenza che impone una valutazione da parte dell’essere pensante. Per ottenere quest’effetto mediatico e politico c’è stato un prezzo da pagare: i morti tra i cittadini di quella località.

Questo passaggio, da centro abitato sovraffollato a centro della Storia, nel momento attuale, è stato possibile grazie all’occupazione israeliana e ai consequenziali decessi tra la popolazione. Chi muore per le ferite (non ha importanza) chi di fame e sete (anche questo non conta) o per i combattimenti (meglio ancora) tutti diventano automaticamente “martiri”. La storia di una cittadina araba ora è un centro di produzione di fatti da ricordare, voci da trasmettere tra generazioni e pagine di storia che prima non c’erano.

Tutto questo è logico e comprensibile tranne in un dettaglio. Il macellaio ha deciso tutto da solo. Non c’è mai stata un’elezione che ufficializzi il pensiero e l’azione del Sinwar. Il tizio (il macellaio) ha fatto tutto da solo, senza il sostegno del popolo. Si determina in questo modo l’auto-occupazione di Gaza, l’imposizione sul popolo, l’estraneità di una dittatura sulla Storia e quindi la fine del macellaio di Gaza tra i rottami dei dittatori di turno.

Aver abbattuto il macellaio di Gaza, significa aver liberato la popolazione di quell’area urbana.

Sorge la domanda: hanno dovuto abbatterlo i soldati israeliani, non potevano farlo gli stessi cittadini di Gaza?

Ecco la differenza tra Occidente e mondo arabo.

I nostri dittatori dal Seicento li ghigliottiniamo (mentalità occidentale) in quella araba vengono subiti. Le altre culture (allo stato dei fatti e il ragionamento vale anche per il Libano) pagano con la sofferenza i loro dittatori.

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