Il fallimento, l’innegabile fallimento della didattica a distanza espone la Scuola a un giudizio durissimo. Queste sono le conseguenze di un “ministro rossetto” come viene chiamata tra il corpo docenti l’attuale capo del dicastero. Un baby governo è fatto di ministri immaturi, ovvero non adeguati il ruolo assegnato. Questo è il caso del Ministero dell’Istruzione.
Oltre a chiedere le dimissioni di un’incapace dal ruolo di ministro, è necessario entrare nella sostanza. Il punto critico è che il 16% degli studenti alle superiori ha svolto meno di 10 ore alla settimana di lezione on line. Un valore che sale al 27% nelle scuole medie inferiori. Perchè è accaduto che docenti pagati non abbiamo svolto le lezioni?
Solitamente uno studente dovrebbe seguire lezioni dalle 8 alle 14 per 6 ore al giorno. In una settimana dovrebbero essere 30 o 36 ore di lezione seguire. Offrirne meno di 10 vuol dire che qualcosa non funziona nella scuola e nel corpo docenti. La responsabilità è prima di tutto del ministro, poi dei presidi quindi degli insegnanti.
I dati provengono dalla ricerca dell’Università Bicocca di Milano diffusa ai primi d’agosto di quest’anno. La Dad è considerata dal 47% dei genitori come una delusione che ha imposto in particolare alle madri 3-4 ore al giorno di supplenza ai figli.
Quindi nel disagio, finalmente i genitori si sono ri-appropriati di un loro ruolo. La scuola è solo delegata dai genitori alla funzione formativa che resta in capo al genitore. La non frequenza scolastica del figlio negli anni dell’obbligo formativo, espone il padre e la madre all’arresto.
Che sia un concetto di ricordare quanto il padre e la madre DEVONO educare i loro figli.
Tornando alla triste esperienza di una Scuola che non sa organizzarsi serve una precisazione.
Ecco perché il ministro Azzolina va dimesso dal ruolo; non ha saputo spiegare ai docenti come insegnare a distanza.
il fallimento della didattica a distanza rappresenta un’occasione perduta in un mondo che va verso la coesistenza tra aula e lezioni on line.