Un bagno “giusto” e dignitoso dovrebbe avere un costo accessibile a tutti. Come la dignità dovrebbe essere una qualità di base per ogni essere umano. Una domanda così diretta è inusuale in un sito web come questo, dove sono le idee che contano. Ebbene Signori, anche il bagno è una realtà di cui tener conto nella qualità della vita.
Una piccola, quanto meritevole impresa di Milano, ha un’idea. L’azienda fattura solo 900mila euro e impiega 5 persone. La PMI è attiva nel campo dell’idraulica domestica, conduzione centrali termiche per i condomini e condizionamento aria.
Da 1 bagno rifatto a questo prezzo, l’azienda non guadagna nulla. Da 100 bagni ricostruiti al prezzo base, la PMI non raggiunge alcun utile, viene solo mantenuto il costo industriale. Nessuno guadagna, nessuno perde.
Il vantaggio per l’azienda consiste nella scommessa che il cliente, rassicurato dal prezzo, punti a uno standard più evoluto di bagno. Vendendo e realizzando 100 bagni base da 3000 euro, la speranza è che 50-60 lavori si collochino su un livello estetico più coinvolgente. Del resto attualmente il bagno base oscilla sui 5mila-6000 euro. Offrirsi al mercato con un profilo di prezzo più che dimezzato, non può che cogliere l’interesse.
In un’epoca post globalizzata, in aperta crisi sociale quanto economica, il bagno base ha un futuro? E’ possibile, perchè offre al cliente la possibilità di scegliere. E’ la scelta che attira, quando oggi tutto è solo collocato nella fascia alta di prezzo. Finalmente il pensionato, la coppia d’impiegati, il singolo, possono ambire a un bagno rifatto a un prezzo accettabile. Evviva la democrazia!
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