Guerra dei Trent’anni e la loro Hiroschima. Prof Carlini

Guerra dei Trent’anni, siamo nel pieno della fase svedese, la numero 3 sulle quattro complessive. L’asse del tempo in cui si colloca questa parentesi è dal 6 luglio 1630 al 1635. Il re di Svezia, sbarcato con 13mila soldati non ricevette dalle città tedesche quell’accoglienza che avrebbe voluto. Non solo, e questo è un guaio, gli svedesi non furono ricacciati in mare dall’esercito cattolico. Ciò fu motivato da un evento fondamentale; il licenziamento di Wallenstein. La conseguenza fu che il territorio tedesco del nord divenne area d’occupazione.

Occupazione da parte delle truppe cattoliche e di quelle svedesi. Entrambe le forze armate, per sostenersi, gravarono sugli equilibri alimentari locali portando povertà.

Il testo di Pantle riporta lo studio dello storico militare britannico Geoffrey Parker. Citazione da pagina 54.

La situazione finanziaria e logistica svedese fu al collasso.

Il paladino dei protestanti e re di Svezia, il 25 dicembre 1630 (lo stesso anno dello sbarco) assaltò due città per cibo e alloggio. Le vittime furono Greifenhagen e Gartz.

Il denaro francese, 400mila talleri fu ingente, ma appena il 20% delle spese svedesi già sostenute. Un fante svedese costava 4 talleri al mese e altrettanto un moschetto. Le finanze svedesi però, in neppure un anno, avevano già speso 5 volte la cifra francese.

Inoltre con quel denaro il re svedese s’impegnò ad elevare la potenza militare. Altri 30mila fanti e 6mila cavalieri. Ancora fuoco sulla Germania, stavolta per il benessere francese.

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