Growth hacking. Approccio sperimentale. Prof Carlini

Growth hacking ovvero approccio sperimentale che d’ora in poi chiamiamo così per evitare l’abuso di parole straniere nel nostro linguaggio.

L’approccio sperimentale si differenzia dal marketing? A seconda degli autori può esserci differenza. Secondo un autorevole studioso americano di marketing, Michael Brenner, l’approccio è semplicemente marketing. In base ad altri punti di vista si tratta di visuali completamente diverse per cui:

  • un’impresa strutturata che vuole restare sul mercato per lungo tempo s’affida alle campagne di marketing;
  • chi oggi c’è ma potrebbe anche scomparire da un giorno per l’altro (vedi Uber, Snapchat, LinkedIn, PayPall, Whatsapp) si rivolge all’approccio.

La realtà è che l’informatica cerca di rubacchiare aree di pertinenza alle altre discipline per sopravvivere cercando nuovi ruoli a titolo di moda. Già da questa frase si capisce l’ostilità verso l’approccio sperimentale. Nonostante ciò va notata l’esagerazione patologica nell’uso compulsivo d’internet nella società occidentale. Un qualcosa di così esteso e superficiale che non può durare. E se fossimo senza internet che facciamo chiudiamo le aziende o proseguiamo a lavorare? Ecco il punto, l’approccio senza il virtuale è morto, il marketing prosegue la sua vita finché ci sarà un mercato, una domanda e l’offerta.

Concludendo se il Growth hacking è importante dipende dalla disponibilità e dall’uso del virtuale. Chi non crede all’immateriale non ha fiducia nell’approccio.

Del resto internet è come un interruttore, basta pigiarlo per spegnerlo.

Detto ciò quali sono le fasi di un approccio sperimentale?

  • analisi delle statistiche esistenti;
  • programmare una serie d’interventi;
  • provare!
  • analizzare i risultati (al 99% negativi)
  • far avvicinare i comportamenti dei potenziali clienti al prodotto e alle sue caratteristiche;
  • posizionare il prodotto con il cliente.

Sono 6 passaggi solitamente sviluppati in assenza di uno stanziamento a bilancio, ma che richiedono l’interazione di 4 persone che sono:

a – il programmatore (ecco la dipendenza dell’approccio dal virtuale)

b – il disegnatore (la conferma per quanto appena indicato)

c – un esperto di quel mercato (a questo punto sarebbe stato saggio procedere direttamente con il marketing)

d – un capo branco che diriga la struttura.

Quattro stipendi o parcelle per sperimentare? Il Growth hacking è solo una moda.

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