Gran Bretagna e voto contro la Ue. prof Carlini

Diversi conoscenti inglesi scrivono che hanno già votato mezzo posta per il referendum del 26 giungo, che si terrà in Gran Bretagna, relativamente alla permanenza o meno nella Ue. Il loro voto è in massa un NO alla Ue. Ovviamente questi sono appena segnali che pervengono solo grazie a conoscenza diretta (amici) ma iniziano a tratteggiare un quadro non favorevole alla Ue. A questo punto la domanda si fa più diretta: è bene o un male che la Gran Bretagna esca della Ue?

Il concetto è così semplificabile: l’idea europea è valida ma è stata applicata in forma pessima. 

Con queste premesse e conclusioni cosa faccia la Gran Bretagna non è più importante, perchè abbiamo già espresso una valutazione negativa sull’intero impianto comunitario.

La Ue non funziona perchè non ci sono programmi comuni nelle scuole, una tassazione identica, una polizia che almeno riporti scritto nella stessa parola in tutto il continente il suo ruolo etc..etc…manca un esercito della comunità, manca un contratto di lavoro unico, quindi a che serve una moneta unica, che in effetti ha prodotto più guasti (in Sud Europa) che vantaggi? (riservati al nord europa). Che la Gran Bretagna esca non cambia il contesto complessivo di negatività sulla Ue, certo lancia un segnale molto chiaro: così non si può andare avanti perchè rappresenta un danno per tutti gli europei.

Vincerà il No alla Ue espresso dagli inglesi il 26 giugno prossimo? credo di si e ne sono contento, immaginando almeno 10 anni di crisi nel Vecchio Continente e quindi una nuova visione comunitaria per il futuro da assegnare ai nostri figli. Quest’esperimento di Ue ha mostrato più come non fare, che un esempio da seguire. Alla fine della Ue è seriamente pensabile anche un cambio politico su entrambe le sponde dell’Atlantico.

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