Il governo del presidente – un furto di democrazia. Prospettive 2018
Il governo del presidente, quale si prospetta dopo le elezioni politiche italiane del 2018 è un furto alla democrazia. In realtà un altro colpo di stato, dopo quello commesso dal Napolitano nel 2011. Anzi, perché il Napolitano non è andato sotto processo come attentato alla Costituzione che avrebbe dovuto difendere?
La prospettiva del governo del presidente si apre in caso d’esito elettorale incerto. Per evitare un anno d’incertezza come accaduto in Spagna. Quindi la riedizione rapida delle elezioni come accaduto in Grecia. Ecco la soluzione! Il Presidente della Repubblica nomina un Suo governo. Negli ultimi anni il Napolitano prima (ex PCI) e il Mattarella dopo (democristiano di sinistra) hanno spinto per un Governo del Pd. Già questo è un crimine, quando invece si sarebbe dovuto ricorrere alle urne. Ne consegue che nel 2011 e nel 2016 non è stato chiesto il voto ai cittadini. Perché?
La Grecia, sotto questo punto di vista nel ricorso al voto per la Nazione, ha dato lezioni di democrazia. L’Italia non ha capito e imparato. Grazie “Pd”, questa è una delle molte responsabilità che il “Partito democratico” si porta alle votazioni 2018.
In termini di prospettiva si pensa a una “Caporetto elettorale” per il cosiddetto “Pd”. In effetti le colpe del Pd sono immani e schiaccianti. Non ultima la cattiva gestione e respingimento dell’ondata d’immigrazione clandestina. Quindi la pessima gestione del fisco, diventato nemico del cittadino. Con il Pd abbiamo imparato l’uguaglianza tra fisco & politica. Infine, ma non ultima, l’estensione a tutta la Nazione del reato di mafia. A questo punto siamo tutti mafiosi.
Il riferimento è al sequestro del conto corrente bancario per “sospetti”. La democrazia in Italia è finita grazie alla criminalizzazione di massa voluta dal Pd.
Nel caso nelle votazioni non emerga una maggioranza netta, il Presidente avocherà a se l’esecutivo. Queste sono le premesse al “Governo del Presidente”.
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