Formazione aziendale, una bella idea con un punto critico costante: l’inadeguatezza dell’imprenditore. Si tratta di un problema ricorrente. Le aziende affrontano cicli formativi da applicare sul loro personale ma la dirigenza d’impresa disconoscendo i concetti e di cosa verrà discusso nella fase formativa resta “indietro” peggiorando la sua inadeguatezza.
Detto in termini più diretti: la classe dirigente e i proprietari d’imprese in ciclo formativo si rivelano sempre meno adeguati al ruolo lasciando ai dipendenti l’onere della formazione che loro trascurano.
Come si potrebbe ovviare all’inconveniente?
E’ semplice. Laddove l’impresa voglia accedere ai fondi gratuiti per la formazione finanziata, obbligatoriamente il 10% delle ore di formazione devono essere affrontate direttamente e personalmente dal titolare dell’attività. In caso contrario, non ha senso che siano i dipendenti a formarsi.
Dall’esito della formazione trasmessa ai titolari emerge se proseguire o annullare il successivo atto formativo.
Messa in questi termini appare “brutta” ma oggettivamente è rispondente a un qualcosa che spesso assume le sembianze di un balletto a zero ricadute sulla produttività.
La formazione è un’arma messa in campo dallo Stato e dall’Unione Europea per il recupero dei livelli di produttività nella competizione globale.
Nel caso la formazione non alzi la produttività o contragga i costi di gestione e produzione a che serve?
Ovviamente quanto qui scritto emerge dalla dura realtà riscontrata sul campo.
Emerge tra i più esempi che si possono offrire uno in particolare.
L’impresa è d’ampie dimensioni (oltre 300 unità) attiva nella produzione, italiana, che soffre un’entrata e uscita di dipendenti assunti e dimissionari ormai giunta intorno alle 100 unità. Le persone assunte sono sottoposte a turni orari di lavoro molto stressanti e limitativi per la vita privata.
In fase formativa emerge che la responsabilità per quest’eccezionale numero di dimissioni è causato dall’atteggiamento di solo 2 unità, che ovviamente ci mettono molto di loro pur in un ambiente genericamente ostile o rigido.
Focalizzato il punto critico, si scopre che ovviamente le 2 persone che hanno generato un disagio così acuto nell’impego del personale, sono state selezionate e volute fortemente dalla proprietà.
Preso atto della responsabilità diretta della proprietà nella cattiva scelta/impiego d’almeno 2 unità poste in posizione direttiva (senza averne numeri e titoli) il problema è risolto annullando l’evento formativo che giunto a conclusione non viene più rinnovato.
Quest’impresa resterà sul mercato?