I fatti di Nizza osservati da un altro punto di vista

SI PARLA TANTO DEI FATTI DI NIZZA DIMENTICANDO CHE ABBIAMO PERMESSO CHE ACCADANO.

Questa è una diversa lettura di quanto accaduto.

La tesi è che il declino industriale occidentale ha permesso una caduta culturale generando povertà & disoccupazione per gli occidentali, quindi anche il terrorismo.

Serve un esempio per spiegarsi anche se apparentemente non attinente: la crisi industriale occidentale occidentale esprime in sintesi una carenza di fantasia e creatività come del resto in tutta l’industria italiana. Infatti non è un caso che ancora non si è riusciti, nell’industria automobilistica, ad usare il tetto della auto per generare energia solare!

Questo scritto cerca di collegare il declino culturale e industriale dell’Occidente, dal suo grado d’attrattiva verso le altre culture. Si ricorda che nel mondo ci sono 9 culture diverse e che quella Occidentale conta appena il 10% della popolazione mondiale, seppur la più ricca. In questi ultimi anni, i fatti di terrorismo in Europa vogliono anche illustrare come l’Occidente abbia smarrito i suoi valori. Brexit e l’arrivo alla Casa Bianca del Signor Donald Trump, sono degli esempi di reazione al declino. Certamente un sinonimo di Occidente è l’industria. Avendo delocalizzato, chi progettò la globalizzazione (non sociologi) non tenne conto che la perdita dell’occupazione industriale avrebbe snaturato i valori occidentali. Oggi ne paghiamo le conseguenza in termini di povertà per gli occidentali, disoccupazione e quindi terrorismo. Un terrorismo che prima era europeo  e oggi razziale.

Tornando al declino industriale per spiegare i fatti di Nizza, (un collegamento inusuale e ancora non studiato) si nota una generalizzata carenza di fantasia in tutti i settori industriali. In realtà, più che fantasia la parola corretta è RICERCA & SVILUPPO che alla fine genera un distacco culturale dall’Occidente (i fatti di Nizza confermano questa tendenza).

Entriamo nel dettaglio per curare l’Occidente: come si lancia un processo di ricerca?

Servono almeno 2 ingegneri o ricercatori. Il primo dello settore specifico, l’altro che sia almeno elettronico o informatico. Dal lavoro congiunto dei 2 tecnici, emergono delle soluzioni che vanno confrontate con un responsabile di marketing. Ecco che il team di lavoro in ambito di Ricerca è formato da 3 analisti: 2 ingegneri e 1 di marketing. A questa squadra di teste d’uomo s’aggregano un paio d’apprendisti o personale di staff per le diverse ricerche da svolgere. Significa che ogni cosa scritta nel mondo, sui diversi argomenti andrà “catturata”, tradotta e catalogata. Questo vuol dire che anche il lavoro dei 3 specialisti andrà tradotto e catalogato. Ne consegue che appena è stata trovata la soluzione (una delle tante di un iter continuo) andrà brevettata.

Il brevetto costa tra i 7 e i 5mila euro e vale per 36 mesi su 170 paesi nel mondo. In forza del brevetto, il responsabile di marketing agisce come internazionalizzazione. E’ palese che come la scoperta sia stata fatta e applicata nel ciclo produttivo nazionale, va anche diffusa (non nei dettagli) nel mondo.

Tutto questo raramente viene svolto nell’industria nazionale. E’ chiaro che le aziende prive di tali processi chiudono!

Si può affermare che la crisi dell’industria italiana e occidentale sia culturale. Mancano quelle idee, concetti e sistema d’idee che dovrebbero giustificare una qualità di vita. La nostra. Non è vero che “siamo dalla parte sbagliata del mondo” come qualche manager della siderurgia afferma. In realtà, limitando i processi di ricerca & sviluppo abbiamo limitato la nostra cultura industriale. A Nizza è accaduto che la cultura occidentale è stata calpestata da un camion.

Non essere capaci di rilanciare l’industrializzazione occidentale, significa non saper più dare una motivazione all’Occidente per noi e gli altri.

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