Fase svedese3 è giunto il momento d’approfondire la scienza militare per come applicata nel Seicento. L’assenza di questa conoscenza non consente di poter argomentare sulla battaglia di Breitenfeld del 17 settembre 1631.
Il “gusto classico” in tema di strategia militare nel Seicento, fu per formazioni militari compatte in ordine di battaglia. Vuol dire che i soldati erano organizzati in quadrati da 30 file per 1.500 uomini. All’interno del QUADRATO o TERCIO i soldati armati d’archibugio ruotavano nel senso che se i primi aprivano il fuoco, all’atto della ricarica arretravano per dare modo ad un’altra squadra d’archibugieri di fare fuoco. Si venne così a determinare una rotazione all’interno del TERCIO assicurando un volume costante di fuoco verso l’esterno.
Oltre alla superiorità in armi e soldati dei protestanti, ci fu in altro aspetto interessante.
Adolfo Gustavo anziché quadrati da 30 file, sfoltì l’unità basandola su 6 file d’uomini anzichè 30. Questa profonda debolezza del tercio svedese fu compensata dal volume di fuoco degli archibugieri. Più addestrati (e quindi rapidi) rispetto i colleghi cattolici, i soldati svedesi armati di archibugio ricaricarono e spararono con maggiore rapidità.
Oltre a ciò la battaglia di Breitenfeld esordì con 2 ore e mezza di cannoneggiamento. Le palle d’artiglieria avevano una gittata di 350 metri più altrettanti rotolando per terra. Di fatto potevano coprire 700 metri.
Oltre 2 ore di cannoneggiamento uccisero o ferirono il 20% dei soldati di quella battaglia.
Prova di coraggio e disciplina fu il restare fermi, all’interno del QUADRATO sotto il cannoneggiamento da parte della truppa.
La fase svedese3 termina qui per proseguire sull’analisi della battaglia.
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