Fase boemo-palatina6 e la stagione Kipper und Wipper. Il termine tedesco identifica chi manipola moneta e bilance nella pesa dei prodotti al mercato. Con questo studio ci si avvia verso la conclusione della stagione boemo-palatina della Guerra dei Trent’anni. Manca ancora uno studio, il numero 7. La prossima si chiama fase danese.
Come in tutte le guerre, ai combattimenti seguì l’occupazione del territorio del nemico. In questo caso però si trattò di una provincia ribelle dove solo alcuni fomentarono la rivolta. Giunse quindi il ruolo dei Tribunali inquisendo e condannando coloro che sostennero la rivolta protestante. Per forza di cose tutti i protestanti (i ceti) furono allontanati da ogni livello di potere pubblico. A differenza però della repressione che subirono i contadini cattolici, nelle prime fasi della rivolta, i morti protestanti per condanna furono appena 27. In cambio della vita salva, la massa delle proprietà boeme cambio proprietario previa confisca.
Il dissesto finanziario asburgico non si sanò con la vendita delle proprietà confiscate. Si ebbe quindi l’idea d’appaltare per un anno la facoltà di stampare moneta a un consorzio, dietro immediato pagamento di un valore. La fame di denaro dello Stato era molto alta. Il consorzio che si aggiudicò la stampa di carta moneta, fu un triunvirato con 3 personaggi particolari. Il già citato colonnello Wallenstein, un banchiere calvinista e un commerciale ebreo.
Il concetto fu confermato: di fronte ai soldi la fede religiosa conta veramente poco.
Il consorzio, che operò fortunatamente solo per 1 anno, nel 1622, produsse grandi guasti. . Su questa via se il consorzio pagò lo Stato con 6 milioni di fiorini, ne stampò però ben 42 creando un’ondata d’inflazione mai visto fino a quell’epoca!
La fase boemo-palatina6 prosegue nell’ultimo studio della serie: il sette.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini