Fase boemo-palatina5 1618-1623. Prof Carlini studi

Fase boemo-palatina5 la storia prosegue ancora per poco, relativamente a questa prima fase delle quattro. Impressiona il commento di una lettrice. La Signora, che usa il cellulare anziché il computer, è in difficoltà a scrivere i suoi commenti a questi studi. La lettrice afferma: quand’ero a scuola questo passaggio di storia si limitava a mezza pagina del libro. Possibile che solo poche righe riportate distrattamente su un testo ufficiale di storia nella scuola pubblica celino tutto quanto qui descritto? La risposa è SI.

L’attuale “direzione didattica” della scuola di Stato, SCEGLIE gli argomenti producendo un popolo d’ignoranti. Questa cattiva SCELTA del Ministero si completa nella voluta sottostima della storia nel percorso formativo ufficiale. Che dire? Una scuola matura apre le lezioni alle ore 8.00 per concludersi con i compiti svolti alle 17.00 e il sabato applica mezza giornata. Tutto il resto serve solo per giustificare una società immatura.

Ora però è sano tornare alla fase boemo-palatina5 per proseguire e tentare di chiudere questa prima fase della guerra.

Il precedente studio, numero 4, ha sottolineato come i protestanti non abbiamo saputo dare una valenza sociale alla lotta. Benché Federico di Boemia fosse stato consigliato in tal senso dai ceti protestanti dell’Alta Austria, ormai sotto controllo bavarese, i ceti protestanti non recepirono il concetto.

La fase boemo-palatina transitò dalla politica alla prosecuzione con mezzi militari dei suoi fini, nell’estate del 1620.

Un’armata spagnola dal Belgio attaccò il Palatinato. La Sassonia occupò senza alcuna resistenza la zona nord della Boemia (Lusazia) che trattenne come debito di guerra. Una terza direttrice d’attacco partì da Vienna su Praga. Qui l’8 novembre ci fu la battaglia della Montagna Bianca. I cattolici, al contrario di ogni logica militare, attaccano i Boemi in salita verso la vetta della Montagna. Il combattimento durò solo 2 ore dissolvendo i protestanti. Praga fu rapidamente occupata senza ulteriore resistenza.

La difesa Boema fu ridicola, mentre l’attacco cattolico determinato ed efficace.

Il re Federico ovviamente fuggì da Praga dimenticando di portare con se il carteggio più importante del suo “regno”. La sorte di Federico fu di morire in esilio, in Olanda nel 1632. Da allora fu denigrato agli occhi della storia come “re d’inverno”.

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