Epidemia e conseguenze politiche. Prof Carlini

Epidemia e conseguenze politiche

Immigrazione / epidemia. Francamente non sono affatto contento di dover sviluppare una riflessione di questo tipo! Anzi è un disastro sociale. In Italia è in corso una epidemia che sta mietendo le sue prime vittime. Non voglio entrare nel merito farmacologico e medico. Quello che mi interessa sottolineare, per iniziare a ragionare, è il nesso tra immigrazione e l’epidemia.

Dal binomio immigrazione – epidemia, nascono delle conseguenze politiche.

Sicuramente il Pd, che ha la responsabilità dell’acritica accettazione dell’immigrazione, va allo sfascio elettorale.

In realtà la colpa è anche del Papa, ma non essendo soggetto al voto, “se la cava”.

Sul disastro del Pd credo di sia poco da dire. Quello che mi interessa sottolineare come sociologo è altro. Precisamente la superficialità di una società “moderna” che si è voluta affidare ai troppo giovani. Ad esempio, un direttore generale di 26 anni che cosa può realizzare di nuovo rispetto a una persona matura? Mi spiego meglio. Il concetto di MODERNITA’ ha imposto un’elevazione di rango professionale comprimendo l’età. E’ stato un errore!

Chi è il manager? Dirigente è colui che con esperienza risolve i problemi. Di fatto oggi l’economia è in crisi. Le aziende chiudono. Al governo, oltre i ragazzini, ci vanno anche soggetti non votati da nessuno (altra responsabilità del Pd). In queste condizioni, dove l’esperienza è stata “abrogata”, ci lamentiamo? Il governo italiano non ha saputo dichiarare l’Italia “chiusa per eccesso d’immigrazione”. In compenso è l’Europa che ha chiuso l’Italia. In più c’è ovviamente anche un’epidemia.

Come è stato possibile mischiare immigrati e popolazione, tanto da diffondere il morbo? 

Qui non si tratta di speculare, ma di risolvere un problema sanitario (quanti morti costerà?). Non solo, c’è anche un problema d’irresponsabilità da parte di gente poco esperta in posizione di leader (e qui entriamo nella politica). Però non è finita. La questione riguarda anche la Confindustria, che nulla fa per sensibilizzare le imprese sulle caratteristiche della dirigenza aziendale. Agendo con tanta leggerezza, la Confindustria tradisce il suo stesso ruolo e mandato verso le imprese.

Concludendo, largo ai giovani se fanno la gavetta per crescere.

Non applicare tali concetti espone le imprese a fallire, l’economia a ristagnare e le comunità sociali alle epidemie. 

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