Elemosina è la parola chiave dell’intero sistema d’attuale relazione Italia-Ue. Il nostro Paese pretende 750 miliardi regalati (neppure prestati) da spendere come ritiene opportuno, lucrando sulla polmonite cinese. Caspita che autorevolezza di governo che ci ritroviamo!
Per cercare di capire cosa sta accadendo servono delle riflessioni più profonde.
Il nostro Paese, in ambito europeo, non solo Ue (si rammenta che il continente europeo ha 46 stati di cui 26 consociati nell’Unione) è lo Stato che ha sofferto di più per la polmonite cinese. Evidentemente i contatti con la Cina comunista sotto dittatura, sono più intensi con il nostro Paese che con altri. Oppure potrebbe anche essere il caso fortuito; di fatto l’Italia conta oltre 35mila morti per virus cinese.
Questa richiesta non è per un prestito da restituire appena le condizioni rientrano nella normalità, ma per un regalo (denaro a fondo perduto). Tradotto in termini correnti si tratta di una ricca elemosina da 750 miliardi.
In effetti a pensarci bene viene da chiedersi il perché.
Probabilmente il fallimento della Repubblica Italiana, dev’essere tale che per rallentarne gli esiti è necessaria un’elemosina. Si rammenta il fallimento italiano, per eccesso di debito sul PIL, avendo sfondato la soglia del 150%. Vuol dire che l’onere del pagamento degli interessi sul debito pubblico non consente più il rientro sul capitale. Tradotto in termini concreti, il debito pubblico italiano non è più possibile assorbirlo avendo superato la soglia del 150%.
Tali fondi però non devono essere prestiti (da restituire) ma a fondo perduto (così è il desiderio del Governo italiano). Non è finita: gli stessi fondi vanno spesi secondo la volontà del Governo (l’obiettivo è puntare alla rielezione con mance elettorali con i soldi degli altri).
Perchè siamo giunti alla vergogna di chiedere l’elemosina quando tutti abbiamo lavorato onestamente?