Dossier UcrainaConsiderando il tasso di crescita e le prospettive future dell’Ucraina non è possibile che un produttore di parquet italiano non si espanda in quest’area, ma a differenza di quanto abbiamo già scritto nei precedenti dossier sull’est europeo, qui in Ucraina le “regole d’ingaggio” sono molto diverse. PROFESSIONAL PARQUET vi spiega perché e come fare. L’Ucraina e così la Russia sono aree ad altissimo sviluppo dove non è possibile non essere presenti, ma ci sono dei problemi. Avere la presunzione d’operare in questi contesti in forme individuali come impresa straniera, senza l’assistenza in loco dei Governi sia di partenza che d’arrivo e quindi d’operatori locali o di paesi confinanti è folle. Le motivazioni sono diverse e tutte riconducibili alla recente apertura internazionale di queste nazioni agli assetti democratici, che restano però ancora molto incerti. Gli alti tassi di sviluppo non si sono ancora trasformati in benessere per la popolazione e conseguente innalzamento negli stili culturali di vita, per cui la conflittualità è molto alta sia sul piano sociale che legale. Se ci troviamo di fronte a dei mercati promettenti, ma non possiamo andarci direttamente che si fa? La soluzione più intelligente è quella di cercarci un partner europeo, ad esempio polacco e con lui, in joint venture, aprire delle realtà produttive e commerciali in queste nuove dimensioni economiche. Il riferimento qui proposto è per la Barlinek SA, che è stata già intervistata nel dossier Polonia, precedentemente pubblicato su PROFESSIONALE PARQUET e che si trova attiva in Ucraina con ben due stabilimenti di produzione di parquet, che intende collocare nel resto del mondo. Comunque sia, la scelta di trovare un partner commerciale con il quale presentarsi in paesi come l’Ucraina, resta valido come concetto per evitare casi molto antipatici di raidering. Significa che il socio di minoranza (in genere locale) se in un primo momento accetta il capitale straniero, qualche anno dopo e senza accordo alcuno, riacquista la propria società cacciando via l’investitore, prima che questi abbia completato il suo ciclo di rientro dal capitale investito. Anche questa è l’Ucraina! Gli Europei di Calcio sono un evento del 2012 organizzato congiuntamente tra la Polonia e l’Ucraina, che ospiterà i giochi con grande impegno nel costruire quelle strutture che oggi non ci sono ancora. Si parla di alberghi, strade, uffici, quindi parquet, ceramiche e quant’altro necessario a un paese moderno. Ma chi finanzierebbe tutto ciò? Ecco che le scelte del governo polacco ritornano attuali anche in Ucraina dove però, è bene precisarlo, non c’è un rapporto diretto per cui i polacchi pagano per le infrastrutture ucraine, ma solo di coordinazione in quanto uno (la Polonia) è paese UE e l’altro no. E’ quindi immaginabile, ad esempio, che opere riferite a un piano di sviluppo polacco, che abbiano riflessi sui campionati di calcio nei due Paesi, possano essere oggetto di studio e realizzazione congiunta tra italiani-polacchi e ucraini. Per semplicità d’esposizione si forniscono i dati in tabella con relativa grafica, come offerti dalla Lisgal, azienda di parquet in Ucraina, qui intervistata: 2006 2007 Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet. Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet. Quantità di export di parquet Ucraino nel mondo e sua tipologia Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet. Quantità e tipologia di consumi interni di parquet in Ucraina Fonte: dati ottenuti nel corso dell’intervista con la Società Ucraina a capitale elvetico Lisgal quale operatore di mercato nel settore del parquet. Si tratta di un paese di 603.700 kmq (più esteso della Francia) e 80 abitanti per kmq (in tutto 46,9 milioni) con un tasso d’incremento demografico in discesa. L’Ucraina ha introdotto nel 1992 una valuta provvisoria, denominata “karbovanets”, con la conseguenza immediata di non fare più parte della “area rublo” dell’ex Unione Sovietica. Successivamente, nel 1996 la Hrivna (UAH) venne a sostituire definitivamente il karbovanets, quale moneta ufficiale. Il paese è indipendente dalla Russia dal 1991 e si trova in eterno bilico tra il richiamo verso l’Occidente e la tradizione russa, ancora molto forte soprattutto nelle aree rurali orientali del paese. Il capo dell’esecutivo è il Signor Viktor Yushenko che ha pagato il suo volgere il Paese verso l’Occidente e la connessa modernizzazione, con un avvelenamento da diossina, ingerita in un invito a cena trasformato in agguato dal KGB (l’ente spionistico russo). Il quadro internazionale dell’Ucraina si presenta quindi ancora fortemente contrastato da un gigante, quello russo che non è più amato e si comporta come un coniuge tradito in una successione di dispetti, che rendono l’area soggetta a rischi di stabilità. Mentre questo Dossier è scritto, (giugno 2008) è in atto una forte polemica tra organi di stampa russi contro quelli ucraini sul cambio dei nomi delle vie a Kiev (la capitale dell’Ucraina) Ad esempio su 200 vie re-intitolate, è scomparso Tolstoj a favore di John Lennon, provocando l’offesa russa, che si concretizza poi sul prezzo del gas per gli ucrainai che si rivalgono su quello in transito verso l’Europa Occidentale. La “rivoluzione arancione” è comunque da considerarsi un punto fermo nel Paese, a livello culturale e un percorso irreversibile. L’Ucraina è un paese di 43,8 milioni di abitanti con un livello di formazione medio alto e comunque più evoluto di quello russo, che al momento accetta salari mensili da 300-400 dollari USA (già cresciuti del 26,7% sul 2006 in termini nominali e reali del 12%) Il PIL del 2007 è stato pari al 10,7% con un deciso incremento sul 2006 il che rappresenta una crescita dell’11% della produzione industriale, ma anche dell’inflazione (intorno al 5% nel 2007 rispetto al 2,6 del 2006) e una disoccupazione all’8%. L’interscambio è piuttosto vivace e vede le esportazioni rivolte verso la Russia con il 25,4% quindi la Turchia al 7,2%, l’Italia per il 6,6% e la Germania e la Polonia per il 3,5%. L’argomento si divide in due aspetti: gli incentivi fiscali e lo studio sulle zone di libero scambio. uno locale e l’altro polacco che lavora con suoi stabilimenti numeri Tel:+380 32 240 52 41 oppure +380 32 240 52 42 fax +380 32 240 52 43 indirizzo email: Lisgal@lviv.farlep.net Domanda: grazie per aver accettato questa intervista, da quanti anni operate sul mercato e che media di affluenza avete presso il vostro showroom? Zavarenski Michaelo Marianovich per conto della Lisgal: Siamo presenti sul mercato da 8 anni, in tutto ogni giorno ci visitano 6/8 persone e siamo aperti al pubblico dalle 8 del mattino alle 18. Domanda: qual è il tipo di parquet che solitamente vendete? Zavarenski: le nostre vendite sono principalmente faggio, quercia e noce, ma nel nostro paese sono prodotti parquet anche in acacia e ciliegio. Nel dettaglio abbiamo vendite di quercia al 70% il faggio al 15% e la noce anch’essa al 15% Domanda: qual è il costo medio? Zavarenski: Il prezzo al dettaglio a metro quadro e’ tra le 217 e le 366 hrivnie (38,92 euro) per la quercia, mentre si attesta nella fascia 217- 297 hrivnie (34,31 euro) per il faggio e infine tra le 250 e le 500 ( 50,06) per il noce. Domanda: che rapporti avete con il mondo del parquet italiano? Zavarenski: utilizziamo macchine per l’essicatura italiane, ma non ci sono attualmente contatti commerciali con vostri operatori. Domanda: se non avete contatti con italiani, vi stanno servendo altri operatori europei? Zavarenski: Lavoriamo con polacchi, olandesi, svizzeri, finlandesi e francesi. Domanda: qual è il vostro prodotto di punta? Zavarenski: Riteniamo che il parquet prodotto in Ucraina di migliore qualità sia quello di quercia. Domanda: il parquet è usato nelle vostre case? Zavarenski: Si, il parquet e’ molto utilizzato in Ucraina ed e’ considerato la scelta migliore soprattutto per gli arredi casalinghi. Fonte: dati offerti dalla Barlinek SA – società multinazionale polacca operante in Ucraina Domanda: esiste un’associazione di categoria per produttori e posatori di parquet in Ucraina? Zavarenski: Si esiste un’associazione di categoria, ma non ne facciamo parte. Domanda: usate internet per le vendite? Zavarenski: Abbiamo tentato in passato la vendita tramite web, ma con scarsi risultati, visto che i clienti desiderano valutare prima il prodotto “toccandolo con mano”. Domanda: che percentuale rappresenta il parquet per il vostro business? Zavarenski: è il 100% del nostro lavoro. Domanda: ci può raccontare la vostra storia come impresa? Zavarenski: Rappresentiamo una joint venture svizzero-ucraina creata nel 2000 che si chiama Lisgal Ukrainian-Swiss Joint venture. I nostri sforzi principali sono indirizzati nel settore della vendita all’ingrosso del parquet. Domanda: come si comportano le banche con voi, vi aiutano nello sviluppo? Zavarenski: L’aiuto del settore bancario e’ molto limitato nel nostro ambiente e non esistono, che io sappia, prodotti dedicati. Ecco ora la voce di un produttore internazionale, la Barlinek SA http://www.barlinek.com.pl/en/ schierata a 25-323 Kielce ul. Zagnanska 27 in Polonia. L’email è: office@barlinek.com.pl Chi risponde, in rappresentanza dell’azienda, è il responsabile del dipartimento export, la Signora Marta Konieczna Domanda: da quanti anni l’azienda è sul mercato? Marta Konieczna: seguendo la grande tradizione della lavorazione del legno, che caratterizza la Polonia, la Barlinek opera sul mercato dal XIX secolo. Dal 1973 siamo passati al parquet utilizzando le più sofisticate tecnologie, infatti l’aspetto tecnico è per noi motivo di costante impegno. Nel 2005 le azioni della società sono regolarmente trattate alla borsa di Varsavia. Al momento siamo il più importante produttore di parquet dell’Europa dell’est centro settentrionale, con 3.500 dipendenti e diversi stabilimenti di produzione fuori dalla Polonia. In particolare abbiamo attivi al momento dei siti produttivi in Norvegia e Germania, in allestimento-completamento 2 in Ucraina e Romania e per il 2009 in progettazione 1 in Russia. Alla data odierna (giugno 2008) la Barlinek SA produce 10 milioni di mq di parquet l’anno di cui 6,5 in Polonia e il resto in Europa. Domanda: questo vostro essere attivi nell’Est Europeo è il motivo per cui ci rivediamo rispetto al precedente Dossier Polonia. Può dirmi in quali paesi voi come società siete attivi? Marta Konieczna: stiamo organizzando sia in Ucraina che in Romania, degli stabilimenti di produzione per il parquet, rilevando delle precedenti società e ristrutturandole secondo i nostri criteri. La produzione sarà paritetica ai bisogni della Polonia e di quello che il mercato Europeo richiede, oltre all’esportazione in cui siamo impegnati. Per la sola Ucraina, le prospettive sono di produrre 2,5 milioni di mq di parquet nello stabilimento di Vinnystya e meno a Baku in Romania (la previsione lì è per 1 milione di mq). Tengo a precisare che questo impegno nel profondo est d’Europa, non nasce dalla mattina alla sera, ma segue anni di produzione realizzata, oltre che in Polonia anche i diversi paesi come la Rep. Ceka, quindi in Ungheria e nelle Rep. Baltiche. Il messaggio che voglio lanciare ai lettori di PROFESSIONAL PARQUET è semplice: non ci si improvvisa investitori e imprenditori nell’Est europeo pena riportare danni molto forti e perdite assurde. Se l’interlocutore ucraino, ad esempio, non ha la precisa percezione che è più dannoso per lui che per noi venirci contro, aprendo una trattativa,non ci proponiamo neppure sul nuovo mercato. Domanda: anche se ha già risposto a questa domanda, la prego di essere più precisa, che tipi di legnami utilizzerete nella produzione di parquet in Ucraina? Marta Konieczna: come visibile nella grafica dedicata a questa domanda, la tipologia di legname che utilizziamo per produrre parquet è lo stesso che abbiamo in produzione in Polonia e che offriamo sul mercato internazionale. Vorrei che questa informazione rappresenti un dato indicativo, per chiunque voglia aprire contatti con noi di collaborazione e di joint venture, che attualmente non abbiamo e auspichiamo pur, comunque, andando avanti per la nostra strada e programmi. Il concetto è semplice: non abbiamo alleanze con altri produttori, non le cerchiamo, ma se dovessero presentarsi ci ragioniamo sopra. Domanda: come vi interfacciate con la popolazione locale aprendo i vostri stabilimenti di produzione? Marta Konieczna: il personale tecnico, quadri e dirigenti sono polacchi. E’ possibile che nel futuro, facendo crescere una nuova generazione di specialisti, questi potranno anche essere del posto, ma per ora non ci sono gli standard di qualità che a noi interessano, pur riconoscendo agli Ucraini un livello di civiltà e cultura con spessori più alti che in altri Paesi dell’Est europeo profondo. Quindi non legga le mie parole come diffidenza verso gli amici ucraini, ma gli standard di qualità occidentali, sono molto sofisticati e richiedono esperienza. Per spiegarmi meglio le faccio solo un esempio. In Ucraina in termini di “accesso al mercato” le certificazioni di qualità delle merci sono attualmente (giugno 2008) in un regime misto tra la regolamentazione russa (ex sovietica) basata su 15.000 standard e quella europea (3.500 criteri di valutazione). Una società ancora così fortemente orientale in usi e costumi, ha bisogno di maturare del tempo per crescere e adeguarsi ai nostri criteri occidentali, ma desidero aggiungere che questo processo di modernizzazione è molto più veloce in Ucraina che in altri contesti del profondo est. Domanda: non ritiene la sua società decisamente rigida verso gli altri produttori di parquet europei e verso le popolazioni dell’est europeo? Marta Konieczna: assolutamente no! Per quanto riguarda gli altri produttori di parquet in Europa, siamo i più forti e se qualcuno ha qualcosa da chiederci bussi pure alla nostra porta, sicuramente sarà accolto con il massimo della cortesia e degli onori, discutendo su un piano di parità negli affari. Relativamente alle popolazioni ucraine e rumene, onestamente sento che la nostra Società rappresenti un’occasione di sviluppo sociale e economico per dei paesi, che desiderano crescere, ma attualmente, sono privi dei mezzi che attraverso noi adesso ottengono. Domanda: è vero che in seguito alla pubblicazione su Marta Konieczna: è vero e desidero ringraziare l’editore italiano per l’opportunità che ci è stata concessa; grazie Spazio Tre! Abbiamo imparato a consideravi non solo un organo di stampa specialistico, ma uno strumento per operare nel mondo globalizzato del parquet.LE Domanda: come si vive e lavora in Ucraina con gli occhi di un imprenditore italiano? Chi risponde è l’Imprenditore Andrea Bodrati titolare della “PP Marketplus” che opera nel settore dell’ outsourcing e nello sviluppo software, ovvero in un ambito chiave per entrare in Ucraina. Bodrati: Sono un imprenditore italiano che vive ormai da 3 anni in Ucraina (a Lviv). Posso dire che le opportunità dipendono dal settore di attività in cui si desidera lavorare, dalla conoscenza della lingua Ucraina o Russa e dalle “connessioni” che si hanno a livello locale. Gli aspetti più negativi del mercato ucraino, che ho potuto riscontrare, sono la presenza di una diffusa e sistematica corruzione (ma devo ammettere che le cose stanno lentamente migliorando), la presenza di un sistema legislativo assolutamente non adeguato alle esigenze di un imprenditore occidentale e dalla difficoltà di comunicazione (l’inglese e’ estremamente poco diffuso). Le maggiori opportunità sono date dal basso costo della manodopera locale, dalla discreta flessibilità del mercato del lavoro e da sistemi di tassazione agevolata (specialmente nei casi delle piccole imprese con meno di 10 dipendenti e 100.000 USD di fatturato annuo). Per un imprenditore italiano che si affaccia al mercato ucraino ritengo sia comunque indispensabile avvalersi del supporto d’aziende di consulenza, meglio se occidentali, sia per evitare i fenomeni di raidering già citati nel dossier, sia per fare da “cuscinetto” alle differenze culturali e, soprattutto, manageriali certamente esistenti. La recente entrata nel WTO e i colloqui in corso per raggiungere lo status di partner della Comunità Europea, dovrebbero portare ad un sostanziale miglioramento del sistema legislativo e a nuove opportunità derivanti dalla riduzione dei dazi e delle procedure doganali. Domanda: grazie Sig Sardelli per aver risposto a questo invito di PROFESSIONAL PARQUET. Può raccontarci la sua esperienza d’ imprenditore italiano residente a Leopoli – Ucraina? Sardelli: premetto che sono titolare di uno Studio di consulenza aziendale, specializzato in delocalizzazione industriale in Ucraina. Domanda: ha informazioni dirette sul parquet? Sardelli: Il parquet e’ un prodotto tradizionalmente utilizzato in questa regione e ciò vale soprattutto per il massello di produzione locale; ma profonde sono le lacune dei produttori locali che – nonostante possano disporre di materia prima di buona qualità – non sono adeguatamente attrezzati a livello tecnologico, finanziario (continuità nell’approvvigionamento della materia prima e regolarità nella produzione) e soprattutto di distribuzione. Da quanto mi risulta esiste una sola catena di distribuzione e vendita di parquet – per altro a prezzi più che occidentali – che fa riferimento ad un ex funzionario del Dipartimento delle risorse forestali – che non e’ in grado di fornire la posa in opera. Ambasciata d’Italia a Kiev –Ucraina – si rammenta che serve il visto d’ingresso in Ucraina Ufficio Consolare Orario di apertura al pubblico:dal lunedi al giovedi 10.00-13.30/16.00-18.00 Corrispondenti consolari per l’Ucraina Gianluca Sardelli – Ucraina Occidentale via Dudayev, 2/6 79005 – Leopoli, Ucraina Marcello Esposito – Odessa3/3, Ekaterininskaya Square, 65026 – Odessa, Ucraina |