Donald Trump e la possibile rielezione è lo scenario che s’intravede a 48 ore dalla conferma alla Casa Bianca del Presidente Repubblicano.
Ovviamente la stragrande maggioranza della stampa non la pensa così, ma ha torto. C’è ancora una spaccatura tra gente e stampa che non è stata sanata dal 2016 ad oggi.
Purtroppo nelle TV e giornali ci sono troppi ragazzini. In pratica abbiamo un netto eccesso di cantastorie; storyteller! Ecco come possiamo definire il giornalismo di oggi. Ne consegue che non c’è affidabilità nel sistema della stampa-giornali-TV.
Detto questo ora passiamo al personaggio. E’ certo che si possa avere come espressione del partito repubblicano un candidato migliore rispetto a Donald Trump. Trump parla/straparla troppo sui media, un presidente usa dispacci e discorsi anzichè messaggini cretini. La forma di comunicazione del Presidente Donald Trump è pietosa.
Possiamo proseguire nella critica al Presidente Trump e la lista temo che non si fermerebbe facilmente. Poi però bisogna decidere. Nel momento della decisione ci si accorge che esiste il peggio a Trump. Questo peggio si chiama partito democratico. Immediatamente viene in mente il viso della Pelosi e quello del candidato democratico: mamma mia!
L’orrore che si presenta nel pensare ai democratici ricompatta immediatamente l’elettorato del Presidente.
Considerando la realtà in questo modo, si riesce ad avere una visuale che in questo momento è negata alla stampa che si conferma di parte.
Anche nell’accanimento contro il Presidente si è dato un grande contributo alla sua rielezione. L’isteria che la stampa ha scatenato contro Trump è tornata come favore popolare alla Sua presidenza.
Si apre la stagione di una vittoria elettorale determinata dalla povertà che l’alternativa offre.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini