Data: | 17 Settembre 2014 |
Distretti industriali
I distretti industriali sono un metodo di lavoro per abbattere i costi di produzione. Purtroppo in era globalizzata questo “concetto” è stato sostituito dalla delocalizzazione. Detto più precisamente i distretti industriali sono la risposta degli anni Settanta-Ottanta alla contrazione del costo di produzione. Negli anni Novanta-Duemila, alla stessa necessità, la risposta è stata la delocalizzazione. Giusto o sbagliato? Per chi scrive e per questo sito web, la globalizzazione, intesa come delocalizzazione è sbagliata. Lo è nella misura in cui si trasferisce la produzione per re-importarne il prodotto. Chi dovrebbe comprare questo bene re-importato? I disoccupati occidentali, che prima avevano un lavoro. Chi arricchisce questo sistema? Le aziende. Chiuso il cerchio, si nota immediatamente che non quadra. L’arricchimento degli imprenditori non è in questo caso un benessere sociale.
Non sono un socialista o peggio comunista. Certamente il mio “interesse” è per il benessere di tutti. 3 milioni e mezzo di disoccupati in Italia, secondo me, pongono a rischio la stessa democrazia.
Metaforicamente la foto di copertina di questo articolo è per un soggetto che tira la carriola. E’ un modo per sorridere dove c’è dolore. Il lavoro resta un valore e una dignità sociale. La globalizzazione ha tradito tutto questo.
Tornando al concetto distretto industriale, si conferma la buona idea che fu. Ma non basta, è giusto spiegare come funziona un distretto industriale. Com’è stato possibile abbattere il costo di produzione nel sistema dei distretti industriali italiani?
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini