Diciamo è la nuova metastasi espressiva nazionale. Tutti condiscono il loro dire con un numero elevato di “diciamo”; perchè ci siamo ridotti a questo?
Probabilmente come già accaduto con “un pò” anche il “diciamo” non esprime certezza nel linguaggio ma una sorta d’accomodamento.
La gente, in era globalizzata, anziché acquisire sicurezza e spontaneità, in realtà regredisce a forme espressive minime e immature.
La modernità dovrebbe incrementare la forza e conoscenza dell’uomo moderno, ma così non pare che sia. Il “diciamo” è simile a un accomodamento, una sorta d’accordo nell’espressione che cerca una terza via tra quelle maestre.
Eppure nell’uso/abuso del Web, grazie alla sintesi rispetto il pensiero profondo e analitico l’essere umano dovrebbe apparire più snello nei ragionamenti. Un essere “moderno” che capisce di più, pensa di più, scopre di più ed è anche più ricco.
Così non pare; la globalizzazione è invece povertà. Per evitare la misera da globalizzazione la Gran Bretagna si è staccata dalla Ue e l’America si è chiusa nella fortezza Trump.
Tornando al “diciamo” e quindi al “un pò” s’invitano tutti a una maggiore vigilanza sul parlato controllando il senso logico di ciò che si afferma.
Esprimersi in forma compiuta è un atto di maturità.
In questo senso viene da pensare al latino e al greco non più studiati nella Scuola ovvero espulsi dal pensiero “moderno”.
La modernità è dai tempi di Marinetti, velocità e accelerazione! Un divenire tumultuoso di passioni e idee per vivere di più. Questo è bello se carichi di maturità classica e profonda. Al contrario diventa miseria se ridotti a conoscenza minima e scientifica.
La sintesi è valida se proviene da un pensiero intenso e profondo, al contrario se resta solo “atto sintetico” abbiamo sterilità espressiva. Infatti la globalizzazione è un’era sterile.
AAA cercasi la Brexit italiana (Italexit) e il Trump nostrano.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini