Crisi a confronto. Il 2009 con il 2020. Prof Carlini

Crisi a confronto per capire meglio e di più cosa sta accadendo.

Nel 2009 il calo di produzione fu del -60% mentre quest’anno si limita a una media del -30%.

I danni prodotti nel 2009, in termini di disoccupazione e calo del PIL, non sono erano ancora stati recuperati a gennaio 2020 mancando un 10%. Da questa considerazione emerge che per recuperare un “-60%” servono oltre 11 anni nel caso italiano. Va notato invece che le altre economie sono riuscite, non tutte, a superare i danni del 2009. La Germania e la Francia a cavallo tra il 2018 e il 2019 sono uscite dalle conseguenze del 2009.

A questo punto, che i danni del 2009 siano stati recuperati in 8 anni o 11(in prospettiva su 13 per l’Italia) è possibile indicare una media di 10 anni. Ovviamente, come tutte le medie, si tratta di un dato approssimativo.

Il confronto con quanto in corso con la pandemia da polmonite cinese (chissà perchè non si chiedono i danni alla Cina comunista) consiglia che 5 anni siano necessari.

Sorge però un altro problema: 5 anni a partire da quando?

Nella logica della pandemia (si veda quella spagnola del 1918-1920) ci sono 3 ondate. Noi stiamo attendendo la terza grazie allo shopping di Natale. 

A conti fatti si può immaginare che il 2021 sia ancora coinvolto nella gestione della pandemia cinese. Probabilmente gli anni necessari al recupero saranno 5/6 a partire dall’autunno 2021.

Chiarito l’aspetto temporale ora i rischi.

Dalla crisi subprime (quella del 2007-2009) si è usciti con una “valanga” di liquidità.

Sono state svolte grandi operazioni di stampa moneta (dette Quantitative easing). Vuol dire stampa di carta moneta al ritmo di 80 miliardi al mese. Azioni che sono state svolte sia dalla FED americana sia dalla BCE in supporto all’Italia e Grecia in particolare.

Al momento le più azioni di QE (per l’Europa a partire dal 2015) non hanno avuto effetti inflazionistici. 

La tendenza è a replicare la stessa manovra anche per la crisi da polmonite cinese. Vuol dire stampa di carta moneta per allagare il mercato. In tal senso si legga il programma di assistenza europeo a diversi Stati tra cui l’Italia. Programma d’assistenza noto con il termine anglosassone di “Recovery fund“. Le crisi a confronto entrano ora nel vivo.

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