Crediti verso clienti e debiti verso fornitori sono concetti che rientrano nel bilancio con dati a scelta. Si tratta di un tema ampiamente considerato negli ultimi studi qui pubblicati dal titolo Maturità 2019. Questa riflessione ne costituisce approfondimento.
Il concetto è stato già anticipato nell’ultimo studio di Maturità 2019.
Il valore dell’attivo nello Stato Patrimoniale, inquadrato nell’Attivo circolante riconducibile ai crediti verso clienti e indicato come liquidità differita, NON può essere inferiore ai debiti verso fornitori che si trova nel passivo alla voce passività correnti.
Il perchè è intuitivo. Non si vende a un prezzo inferiore a quello d’acquisto pur nelle svendite. In casi di smobilizzo del magazzino si vende a un prezzo di realizzo pari ai costi, ma la cessione in perdita è un concetto da condizione fallimentare o di pre-fallimento.
Stabilito il concetto, serve l’applicazione con i seguenti aspetti d’approfondire:
1 – di quanto il credito dev’essere superiore rispetto al debito?
2 – nel caso il valore complessivo dei capitali di terzi sia molto alto, dove collocare gli importi in eccesso rispetto all’equilibrio qui suggerito?
PUNTO 1
Nel caso ci sia stato fornito il ROS (indice di redditività delle vendite) questo va applicato alla differenza tra crediti e debiti. Va anche considerato un altro aspetto. Nelle imprese manifatturiere tra la materia prima e il prodotto finito venduto, c’è un 60% di valorizzazione. Ne consegue che il valore di ROS tra crediti e debiti indica una misura valida nelle imprese commerciali, ma poco s’adatta in quelle che produco beni.
PUNTO 2
Potrebbe accade (è sempre così nella redazione del bilancio con dati a scelta) che nel capitale di terzi ci si trovi con importi che sono superiori a quanto dovrebbero essere le passività correnti. Quest’importi in eccesso vanno spostati alle passività consolidate e considerati come TFR (Debiti per tfr) oppure mutui bancari, quindi valori di capitale di terzi che si proiettano oltre il 31.12