Il concetto di distretto industriale. Un valore per la Nazione. Anzi un’eccellenza!
Il concetto di distretto industriale viene definito nel 1800. Fu l’economista Alfred Marshall a capire il senso e connessione fra fattore umano e produzione. Parlando di “atmosfera sociale e industriale”, Marshall scopre un concetto. Quando i figli crescono in famiglia, sentendo parlare di produzione meccanica (ad esempio) nasce il carisma. Si tratta di un sentirsi familiare con un modello produttivo. I figli discutendo di quanto realizzato dai genitori e confrontandosi con i nonni, sono introdotti in uno schema di produzione. La conseguenza è ovvia. La produzione, in quel contesto sociale (atmosfera), è meno costoso che in altri ambienti.
Chiarito ancora una volta il concetto di ATMOSFERA SOCIALE, serve andare oltre. Perchè il pensiero di Marshall è stato riscoperto solo recentemente? Uno studio così “bello” non meritava di dormire per secoli. La riscoperta si deve a 2 studiosi. Michael Porter (nato nel 1947) nel periodo 1990- 1998 rilancia la competitività per le imprese che lavorano in agglomerato. L’economista statunitense, nei suoi studi, cerca la maggiore produttività. Come poter produrre a costi minori?
Oltre Porter, anche il premio nobel all’economia, Paul Krugman (nato nel 1953) apre sui distretti. Lo fa attraverso la nuova geografia economica NEG. Lo studio di Krugman cerca di spiegare lo sviluppo economico (aggregazioni industriali) per territorio. Perchè tanto o di più in nord Europa e di meno nel sud? Qui già Max Weber (1864-1920) disse molto con “l’Etica”.
Queste riflessioni sono dedicate ai miei studenti. Infatti la parola più ricerca in questo sito è “distretti industriali. Buon studio ragazzi.