Come interpretare una spaccatura così importante, non solo nel corpo elettorale statunitense, ma proprio nell’America come popolo? E’ in atto un cambio dei tempi. La sonnecchiante globalizzazione è tramontata (non è più al tramonto) da cui emerge (precedentemente allagata e sommersa) la crudezza dello scontro.
Uno scontro che ha animato tutto il Novecento.
Lo scontro tra una visione democratica e liberale contro quella di sinistra, comunista.
Il biden (qui scritto in minuscolo per mancanza di rispetto) è per la delocalizzazione e quindi la globalizzazione (pro Cina) mentre Trump, Donald Trump è contro la globalizzazione e per la dignità nazionale.
La dignità nazionale è il nuovo linguaggio.
Non vedo un futuro per l’Unione, in tutta franchezza. Una Bce che riunisce in una sola politica monetaria i bisogni della Danimarca con quelli italiani non è credibile. Il ritorno alla dimensione nazionale ha un senso preciso pur collaborando. La Ue, finché ha rappresentato un coordinamento solo economico, ha avuto grande successo. Come l’Unione ha fatto il passo in ambito politico ha segnato la sua fine.
Tornando agli Stati Uniti, c’è un’America che ancora insegue il sogno e un’altra molto pragmatica. Quella dei sogni è rimasta immischiata nell’Organizzazione mondiale della Sanità, nelle stupidate ecologiche e nei mercati aperti. L’altra America, che conta come la prima, punta allo sviluppo della propria nazione salvo poi intervenire e aiutare gli altri se necessario. Nella prima c’è la Cina, nella seconda non c’è la Cina.
Questo scontro, che tocca il posto di lavoro del singolo elettore, non è più rinviabile e maturo per un confronto duro e diretto. Il problema non è che sia giunto a maturazione lo scontro (finalmente) è che non deve rompere la Nazione. Ed è qui che il ragionamento si fa complicato.
Nel Novecento avremmo sfacciato la Nazione durante lo scontro, nel Duemila si riesce ad essere ostili senza ammazzarsi? Ecco come interpretare quanto sta accadendo negli Usa in questo giorni post elettorali.
Made in China? No I can’t buy it. Prof Carlini